Protesi acustiche: i suggerimenti degli Oss per mantenerle in condizioni sempre impeccabili

La protesi acustica è un dispositivo tecnologico davvero utilissimo: al di là della sua funzione prettamente tecnica, ovvero quella di consentire di udire anche alle persone interessate da ipoacusia, è stato dimostrato che tale oggetto è provvidenziale anche per evitare la depressione e, nei soggetti più anziani, la demenza.

Porre rimedi alle difficoltà uditive è dunque fondamentale per la qualità della vita nel suo complesso, e non bisogna trascurare quanto di positivo è in grado di compiere la protesi acustica.

Non può che essere utile ricordare che la protesi acustica si compone di una parte principale, la quale va sistemata dietro l’orecchio, e un ricevitore, noto anche come chiocciola, che va posto invece nell’orecchio.

Sicuramente è fondamentale riuscire a preservare l’igiene di questo piccolo oggetto, e da questo punto di vista possono essere molto utili i suggerimenti degli Oss.

Qualsiasi professionista di questo tipo sarebbe in grado di fornire utili indicazioni da questo punto di vista, vediamo dunque quali sono le procedure migliori per la pulizia della protesi.

Anzitutto, dovrebbe essere pulito quotidianamente il filtro paracerume, ovvero una piccola parte bianca posta alla fine del ricevitore o del microfono; nel caso in cui tale elemento risultasse oltremodo danneggiato è indispensabile sostituirlo.

La sagoma e il tubo di connessione andrebbero risciacquati (ed asciugati) almeno una volta a settimana, con cura bisognerebbe accertarsi che il canale di ventilazione, il piccolo foro posto sulla parte alta dell’apparecchio, non sia ostruito.

Laddove così fosse, l’ideale è aiutarsi con uno spazzolino o con una bottiglietta d’aria compressa.

Può essere importante eliminare dalla protesi l’umidità interna, utilizzando delle apposite pastiglie.

Gli Oss raccomandano di evitare sempre di immergere in modo completo una protesi in acqua, dal momento che in questa maniera potrebbero danneggiarsi, inoltre non si dovrebbe mai usare dell’alcol per la pulizia, allo stesso modo potrebbero causare dei danni degli oggetti appuntiti.

Le protesi acustiche dovrebbero essere conservate sempre in un ambiente fresco e asciutto: è da evitare, dunque, la collocazione del dispositivo in prossimità di una fonte di calore, come potrebbe essere un termosifone.

Rispettare simili accorgimenti è fondamentale per evitare le proliferazioni di germi nell’apparecchio, le quali potrebbero implicare l’insorgere di infezioni.

Conservare in modo sempre impeccabile la protesi acustica è fondamentale anche in relazione al suo costo, che non è trascurabile: laddove si dovesse danneggiare, purtroppo, l’acquisto di una nuova protesi non è da considerarsi una spesa indifferente.

Il cervello degli anziani non declina progressivamente: i risultati di una ricerca

Uno studio condotto dalla Columbia University e coordinato dall’italiana Maura Boldrini ha messo in evidenza un aspetto molto interessante: il cervello degli anziani non declina in modo progressivo, al contrario anch’esso sa rigenerarsi proprio come un cervello giovane.

La ricerca in questione ha messo in evidenza il fatto che il cervello si rigenera attraverso la produzione di nuovi neuroni nell’arco di tutta la vita, e questa è una peculiarità tipica dell’organismo umano.

Per mero pregiudizio si è spesso creduto che il cervello degli anziani non fosse in grado di rigenerarsi come quello dei giovani, tuttavia lo studio in questione, il quale è stato pubblicato sulla rivista Cell Stem Cell, evidenzia il contrario.

Anche il cervello di una persona anziana, dunque, sa rigenerarsi tramite la creazione di migliaia di nuovi neuroni; la differenza con un cervello giovane va bensì individuata nella vascolarizzazione, la quale in un cervello anziano risulta essere meno diffusa.

Perdita dell’udito e sicurezza personale: i risultati di una ricerca

La riduzione delle capacità uditive, oltre a rappresentare ovviamente un aspetto negativo per la qualità della vita della persona, incide negativamente anche sulla sua sicurezza.

Uno studio condotto dal Centers for Disease Control and Prevention e pubblicato sulla rivista Jama Otolaryngology ha infatti messo in evidenza il fatto che chi soffre di perdita d’udito è molto più esposto al rischio di essere interessato da incidenti, da intendersi non solo come incidenti automobilistici, ma anche come sinistri sul lavoro, nello sport e nel tempo libero.

La ricerca in questione ha preso in analisi dei dati relativi ad un campione davvero immenso, pari esattamente a 232,2 milioni di persone, in un lasso di tempo compreso tra il 2007 e il 2015.

La probabilità di essere interessati da incidenti è risultata molto più alta nei soggetti interessati da ipoacusia: nello specifico la percentuale di eventi accidentali si attesta al 2,4% per quel che riguarda la popolazione che vanta un udito impeccabile, mentre sale al 4,8% tra chi ha dei problemi uditivi.

Anche per quel che riguarda il tempo libero il verificarsi di incidenti è notevolmente più elevato tra chi si ritiene sordo piuttosto che tra chi ha un udito eccellente: nel primo caso, infatti, i sinistri si manifestano con una percentuale dell’1,4%, mentre nel secondo con una percentuale dello 0,8%.

Per un’estate senza pensieri: a luglio check up gratuito

Durante la stagione estiva tutti percepiamo l’aumento della temperatura, in particolare ne risente il nostro udito.
Piccole ma fastidiose anomalie sono dovute al caldo e all’umidità.
Per questo motivo Progetto Udire vi invita a effettuare un check up gratuito dell’apparecchio acustico presso le nostre sedi.

I nostri esperti Federico, Tiziana, Giovanna, Federica e Paola vi aspettano dal 2 al 31 luglio a:

Varese, via Cavour 27;
Gallarate, via Puricelli 1;
Luino, Via XXV Aprile 63;
Malnate, Via G.Brusa 2;

Effettueremo una revisione completa del tuo apparecchio acustico con:

  • sostituzione dei filtri
  • pulizia degli auricolari con gli ultrasuoni
  • sostituzione dei tubetti
  • controllo e verifica della regolazione acustica
  • nuovi test audiometrici.

Inoltre nel mese di luglio presentiamo anche una promozione: 3×2 sui prodotti per la pulizia.
In questo modo tu e il tuo prezioso udito sarete pronti a godervi le vacanze estive.

Il vizio del fumo è dannoso anche per l’udito: i risultati di una ricerca

Il fatto che il fumo sia un vizio deleterio per la salute è ormai cosa nota, e i risultati di una ricerca mettono in evidenza il fatto che i fumatori mettono a serio rischio anche il loro udito.

Un team di ricercatori giapponesi appartenenti al Global Health and Medicine di Tokyo, guidato dal Prof. Huanhuan Hu, ha effettuato uno studio su un campione decisamente molto elevato, pari esattamente a 50.195 persone di età compresa tra i 20 ed i 64 anni.

Il campione è stato monitorato per ben 8 anni e sulla base delle domande somministrate a queste persone, relative al loro stile di vita, e a quanto emerso dalle visite mediche che le hanno riguardate, è emerso in modo inequivocabile il fatto che i soggetti fumatori sono molto più propensi a sviluppare delle condizioni di difficoltà uditiva.

Nello specifico, per i fumatori la probabilità di soffrire di perdita dell’udito ad alta frequenza è risultata superiore dell’1,6, mentre circa la possibilità di soffrire di perdita d’udito a bassa frequenza la probabilità si è rivelata superiore dell’1,2.

A conferma del fatto che il fumo ha dei risvolti molto negativi dal punto di vista della salute acustica, vi è il fatto che nei soggetti ex fumatori la probabilità di essere interessati da ipoacusia ritorna a scendere a distanza di 5 anni.

Il Prof. Huanhuan Hu, il quale ha curato la ricerca, ha sottolineato il fatto che i risultati emersi sono davvero molto rilevanti e lasciano poco spazio a dubbi, anche in considerazione dell’ampiezza del campione considerato e della durata temporale delle rilevazioni.

Lo studio in questione, dunque, fornisce una ragione ulteriore per evitare le sigarette.

Sindrome di Usher e perdita d’udito: gli interessanti risultati di una ricerca statunitense

Uno studio curato da un team di ricercatori della Case Western Reserve University di Cleveland, guidato dal Prof. Kumar Alagramam, ha conseguito dei risultati molto interessanti circa la possibilità di porre rimedio alla Sindrome di Usher.

La Sindrome di Usher costituisce la prima causa di sordità associata a cecità nell’infanzia, ed è causata da una mutazione del gene clarin-1.

Lo studio curato dal Prof. Alagramam è stato pubblicato su una rivista molto autorevole quale Scientific Reports, e il docente ha affermato che una soluzione a questa spiacevole condizione potrebbe essere individuata nella terapia genica.

Tramite una specifica mutazione del gene clarin-1, i ricercatori del team del Prof. Alagramam sono riusciti ad ottenere dei risultati interessanti, rilevando un miglioramento della condizione uditiva dei pazienti di ben 55 decibel.

Sicuramente si tratta di una ricerca in fase embrionale, la quale non è ancora in grado di fornire nulla di concreto: lo stesso docente che ha condotto la ricerca ha dichiarato che è necessario ancora molto lavoro prima che possa essere eseguita una sperimentazione sull’uomo, tuttavia i risultati conseguiti sono da considerarsi molto importanti e potrebbero spalancare degli orizzonti di grande interesse.

Recuperare l’udito? Dagli Stati Uniti arriva una speranza

Degli studi statunitensi, compiuti presso la University of Southern California e presso l’Harvard University, hanno perfezionato un innovativo approccio medico il quale potrebbe rappresentare una speranza per le persone interessate da perdita uditiva.

Le caratteristiche di questo studio sono state spiegate nel dettaglio da Charles E. McKenna, il quale ha sottolineato il fatto che si sono perfezionate delle nuove modalità tramite cui somministrare efficacemente dei farmaci all’interno del condotto uditivo.

Ad oggi quest’operazione ha sempre rappresentato un grosso limite, in quanto nella parte interna dell’orecchio è presente un fluido che, per via del suo scorrere, renderebbe inutile l’efficacia dei farmaci somministrati.

I ricercatori hanno sviluppato una nuova metodologia di somministrazione del farmaco la quale non risente, appunto, dell’azione del fluido uditivo.

McKenna ha parlato di “prove preliminari forti”, le quali lasciano dunque ben sperare: questa novità potrebbe quindi rappresentare una speranza concreta per tutte le persone interessate da perdita uditiva, in particolare per quelle anziane, le quali sono molto più esposte.

Va sottolineato che non è stato ancora effettuato alcun test, né su persone né su animali, di conseguenza è bene evitare i facili entusiasmi, tuttavia i ricercatori che hanno curato lo studio lo considerano molto promettente.

L’auspicio, ovviamente, è che quanto scoperto possa tradursi in una concreta innovazione medica.

Acufeni: gli interessanti risultati di uno studio

Gli acufeni sono dei difetti uditivi estremamente diffusi, i quali consistono sostanzialmente in dei lievi ma continui ronzii che vengono uditi anche laddove non si sia esposti ad alcun suono.

Al momento la scienza medica è attivamente impegnata nell’ideare nuove soluzioni specifiche per contrastare gli acufeni, ad oggi infatti non esistono delle strategie in grado di garantire, in tutti i casi, la totale eliminazione del problema.

Una novità molto interessante è stata tuttavia presentata negli ultimi tempi, specifici studi hanno dimostrato che l’impiego di specifici apparecchi personalizzati potrebbe ridurre in modo molto importante il disagio legato all’acufene.

Tali apparecchi consentirebbero di contrastare il problema in un modo non convenzionale, ovvero “allenando” il cervello ad ignorare il suono degli acufeni.

Sarah Theodoroff dell’Oregon Health and Science University ha condotto un team che ha eseguito uno studio molto interessante, i cui risultati sono stati pubblicati su una rivista medica di indiscussa autorevolezza quale American Journal of Audiology.

Nello studio in questione sono state considerate 60 persone interessate da acufeni, a cui è stato chiesto di dormire utilizzando 3 diverse tipologie di apparecchi: un apparecchio riproducente suoni simili a quelli dell’acufene, un dispositivo che consente ai pazienti di selezionare un suono preimpostato e una particolare macchina che, a differenza dei primi due articoli menzionati, non va collocata nell’orecchio, ma semplicemente sul comodino.

Dopo 3 mesi di trattamento tutte le 3 categorie di pazienti hanno dichiarato di sentirsi meno disturbate dagli acufeni, tuttavia i risultati migliori sono risultati quelli dei soggetti che hanno adoperato macchinari personalizzabili nei suoni emessi.

Sulla base di questo, Sarah Theodoroff ha affermato che se durante il sonno viene proposto un suono molto simile a quello che viene percepito con gli acufeni, il cervello imparerà a ignorare il fastidioso ronzio.

L’impiego di specifici software può consentire alla persona interessata da acufeni di individuare con elevata precisione il tipo di ronzio che avverte, e in questo modo dunque l’apparecchio personalizzato può essere impostato sul suon più adatto.

Alcuni specialisti hanno evidenziato dei limiti di questo studio, tuttavia ciò non significa che questa strada non possa continuare ad esser percorsa per poter consentire alle persone che convivono con gli acufeni di poter fronteggiare con efficacia questo diffuso problema.

Apparecchi acustici: a chi spettano le agevolazioni economiche e come è possibile ottenerle

Nel momento in cui viene diagnosticata la presenza di un difetto uditivo tale da richiedere una correzione mirata, molto spesso la persona si pone delle preoccupazioni di natura economica.

Per le fasce di popolazione meno abbienti, infatti, dover acquistare degli apparecchi acustici può essere problematico, a tal riguardo è utile sottolineare che diverse categorie di persone possono usufruire di speciali incentivi fiscali e di agevolazioni di altro tipo.

Scopriamo subito, dunque, quali sono gli accorgimenti burocratici da rispettare per poter usufruire di tali sussidi, chiedendoci anzitutto chi sono le categorie che possono usufruirne.

Nel caso in cui venga diagnosticato un importante deficit uditivo tale da rendere necessario, appunto, l’impiego di un apparecchio acustico, le categorie che possono usufruire delle agevolazioni sono le seguenti:

– Minori, in tutti casi, ovvero a prescindere dalla gravità dell’ipoacusia che viene loro diagnosticata;

– Pazienti ricoverati presso strutture sanitarie accreditate, dunque non sono ospedali, ma anche cliniche private riconosciute;

– Invalidi cui è stata accertata una riduzione di 1/3 della loro capacità lavorativa, a prescindere dal livello di ipoacusia da cui sono interessati;

– Invalidi con un’ipoacusia certificata di almeno 65 dB per quel che riguarda l’orecchio migliore la cui invalidità complessiva raggiunga almeno 1/3 della capacità lavorativa;

– Invalidi civili per ipoacusia o invalidi di guerra;

– Invalidi del lavoro. In questo caso la fornitura dell’apparecchio acustico e la relativa spesa è da considerarsi interamente a carico dell’INAIL.

Se si rientra in una delle categorie indicate è necessario anzitutto ottenere un certificato di invalidità, dopodiché si può richiedere al medico di base della ASL un’impegnativa per visita specialistica ORL che includa la prescrizione dell’apparecchio acustico, appunto, e l’esame audiometrico.

Tramite l’impegnativa il cittadino ha la possibilità di prenotare una visita specialistica presso un qualsiasi centro sovvenzionato dallo Stato, visita in cui verrà eseguito un test audiometrico.

A seguito della visita viene rilasciato il documento necessario per l’ottenimento dell’apparecchio acustico.

L’audioprotesista dovrà dunque fornire un preventivo dettagliato sulla base delle caratteristiche del apparecchio acustico di cui il paziente ha bisogno, e prima del suo acquisto è indispensabile richiedere l’autorizzazione formale da parte della ASL laddove ci si voglia assicurare il rimborso, parziale o totale che sia.

Dopo la realizzazione della protesi ad opera di un centro convenzionato è fondamentale procedere al collaudo, una sorta di garanzia per il paziente tramite la quale ha modo di richiedere delle modifiche sul proprio apparecchio laddove fossero necessarie.

Senior Italia Federanziani: alcuni dati sui problemi uditivi riguardanti le persone anziane

In occasione della Giornata Mondiale dell’Udito, tenutasi lo scorso 3 marzo, Senior Italia Federanziani ha presentato alcune statistiche che devono senza dubbio rappresentare uno stimolo affinché le persone interessate da ipoacusia provvedano per tempo a porre rimedio ai loro problemi.

I numeri riguardanti l’ipoacusia sono notevoli: all’età di 50 anni infatti il 10% della popolazione europea convive con un danno uditivo dall’entità superiore a 35 dB, e tale percentuale si accresce in modo notevole con il progressivo avanzare dell’età fino a raggiungere il 40% nei soggetti over 60.

L’ipoacusia può riguardare sia gli uomini che le donne, tuttavia si rileva un’incidenza leggermente più elevata tra la popolazione maschile.

Convivere con un deficit uditivo può a sua volta comportare delle problematiche tutt’altro che irrilevanti, ecco quali sono le principali.

Anzitutto, una persona che non ha un udito impeccabile è molto più esposta al rischio di cadute: la sofferenza dell’apparato vestibolare, infatti, può assolutamente facilitare la caduta, soprattutto dei soggetti più anziani.

Accade frequentemente che gli anziani interessati da problemi uditivi abbiano delle difficoltà di deglutizione, si parla in questo caso di disfagie, come non sottolineare inoltre il fatto che difetti dell’udito possono avere dei risvolti molto negativi dal punto di vista mentale.

Le persone che convivono con l’ipoacusia, infatti, sono molto esposte al rischio di andare incontro a un decadimento cognitivo.

In tantissime occasioni purtroppo i soggetti interessati da ipoacusia non pongono rimedio al problema, sebbene le soluzioni siano assolutamente possibili.

Questi comportamenti sono legati, nella grande maggioranza dei casi, a degli infondati pregiudizi, o comunque ad una scarsa informazione.

In molti credono infatti che i difetti uditivi che vengono a presentarsi con l’avanzare dell’età siano inesorabili, e debbano dunque essere accettati passivamente: nulla di più sbagliato.

Allo stesso modo diverse persone provano un forte imbarazzo nell’indossare dispositivi acustici, ma anche in questo caso non vi è ragione di esserlo.

Anzitutto va sottolineato che gli odierni dispositivi sono molto piccoli e discreti, dunque sono a stento percettibili a livello visivo, inoltre se tutti siamo abituati a indossare occhiali e altri dispositivi per la correzione della vista, non è ben chiaro perché non si possa fare lo stesso per l’udito.