Perdita d’udito e comportamento del cervello: gli interessanti risultati di uno studio

Un team di ricercatori del Colorado è giunto ad una conclusione molto interessante al termine di uno specifico studio: quando una persona perde l’udito, infatti, la porzione di cervello adibita all’elaborazione dei suoni si “ricicla”, rendendosi utile all’organismo in altro modo.

Questo fenomeno non avverrebbe esclusivamente in caso di perdita di udito totale, ma anche laddove le capacità uditive diminuiscano in modo sensibile.

Secondo Anu Sharma, la dottoressa che ha guidato il team, questo fenomeno potrebbe influire sull’efficacia degli impianti cocleari, in quanto tali apparecchi agiscono sostanzialmente “saltando” le parti dell’orecchio danneggiate al fine di stimolare direttamente il nervo acustico.

La persona che soffre di cali uditivi, dunque, dovrebbe essere protetta dalla “riorganizzazione” corticale fin dai primi periodi di manifestazione del problema, alla luce di quanto detto non desta stupore il fatto che, secondo Anu Sharma, i bambini nati sordi e non curati in modo tempestivo vanno incontro a gravi difficoltà.

A tal riguardo Enrico Fagnani, Professore che dirige l’Unità operativa di Audiologia della Fondazione Policlinico di Milano, sottolinea come l’udito sia ancor più che la vista il principale “ingresso sensoriale” del mondo esterno, per tale motivo necessita di essere curato sempre con la massima attenzione.

Fagnani sottolinea anche che gli apparecchi acustici rappresentano una vera e propria terapia riabilitativa: essi infatti non servono semplicemente “a far sentire”, ma sono utili anche contro la già menzionata riorganizzazione del cervello, in sostanza aiutano anche a comprendere che cosa si è ascoltato.

Alla luce di questo, dunque, sarebbe assolutamente il caso di smettere di credere che tali dispositivi, come ad esempio il classici “cornetti” acustici, siano visti come una sorta di “tabù”.

Indossare degli occhiali per correggere difetti visivi è una cosa estremamente comune e, proprio per questo, considerata del tutto normale, stranamente non si può dir lo stesso per i dispositivi acustici, che spesso vengono utilizzati con grande imbarazzo.

Acufeni: contrastarli tramite l’esposizione a dei suoni

Gli acufeni, ovvero i fastidiosi ronzii che vengono avvertiti anche laddove non si sia effettivamente esposti a un suono, sono un problema estremamente diffuso.

Ad oggi purtroppo non vi sono terapie in grado di garantire un successo certo contro gli acufeni, e si stanno compiendo molti sforzi a livello di ricerca per fare in modo che tale disturbo possa essere fronteggiato con successo.

Una soluzione non convenzionale la quale sembra stia dando dei risultati interessanti è quella che si sta sperimentando in Giappone da parte di un team di medici di ospedali e cliniche ORL.

Questa terapia consiste sostanzialmente nel fare ascoltare alla persona interessata da acufeni dei suoni specifici, simili a quelli di un organo o di campanelle al vento.

Tali suoni sono di tipo frattale, dunque seguono schemi brevi e ripetitivi, e avrebbero un effetto profondamente rilassante nei confronti dei pazienti interessati da acufeni.

Il Dott. Yoshimasa Sekiya, uno dei principali ricercatori coinvolti nel progetto, si è detto molto soddisfatto dei risultati riscontrati, e in particolar modo è stato positivamente sorpreso dagli effetti benefici che questa terapia ha saputo garantire a una signora di 70 anni.

La donna, interessata da acufeni e da un deficit uditivo piuttosto importante, manifestava stati d’ansia, ridotte capacità lavorative e inappetenza.

Terapie acufeniche di vario tipo e ricoveri in clinica non erano riusciti a garantirle i risultati auspicati, mentre l’ascolto di suoni frattali le ha consentito di migliorare in modo tangibile la sua condizione.

L’auspicio è che questa terapia possa essere ottimizzata affinché divenga un’opportunità concreta per le tantissime persone che, nel mondo, convivono con gli acufeni.

White Noise: la App dei suoni riscuote un grandissimo successo

In rete è possibile trovare una gamma di App davvero infinita, questo è noto, ed una decisamente particolare è White Noise, la quale è stata definita “l’Instagram dei suoni rilassanti”.

White Noise, che significa letteralmente “suoni bianchi”, è un’applicazione che contiene una serie di tracce piuttosto insolite: esse infatti non sono delle canzoni, ma sono dei suoni che può capitare di ascoltare nei più disparati ambienti.

Il risultato più sorprendente è quello che è stato ottenuto dalla traccia Box Fan Sound, la quale riproduce il rumore di un ventilatore acceso.

Todd Moore, software developer che ha fondato White Noise, ha dichiarato di aver prodotto questa traccia decisamente “sui generis” per due ragioni: per risparmiare sulla corrente e per evitare di dover far funzionare un ventilatore in inverno.

Il successo di questa traccia è stato strabiliante, con ben 5 milioni di ascolti complessivi in Spotify, e la ragione di questo sorprendente boom è legata al fatto che tantissime persone hanno apprezzato Box Fan Sound per il suo effetto rilassante.

Rumori come questi infatti sono considerati ideali per rilassarsi e per addormentarsi da moltissime persone, per questo motivo su questa App si sono pubblicate delle tracce sempre più particolari.

Prevedere il successo di questi suoni in rete è tuttavia davvero complicato: Todd Moore ha infatti dichiarato che si era lavorato con grande attenzione su una traccia che si riteneva potesse essere molto rilassante, ovvero i suoi emessi da 3 rane, ma invece la medesima non è stata affatto apprezzata.

Con sorpresa, invece, il successo è stato altissimo per le tracce che riproducono i suoni emessi da una persona che russa, oppure per quelle che riproducono rumori di navi e motori.

L’emotività, da questo punto di vista, ha un ruolo cruciale, ed è strettamente correlata ai ricordi: ascoltare qualcuno che russa può essere utile a chi non ha più a fianco la persona amata, ad esempio, mentre i rumori dei motori sono apprezzati da chi ha dei trascorsi in esercito.

Ciò che ha fatto emergere questa App è davvero un qualcosa di suggestivo: i suoni ascoltati sanno avere una grande influenza sulla sfera emotiva e psicologica, e tantissime persone al mondo sembrano esserne ben consapevoli, alla luce dei così numerosi ascolti che hanno contraddistinto queste tracce così particolari.

Inaugurazione del nuovo Centro Acustico di Malnate

Sabato 10 febbraio abbiamo inaugurato il quarto centro acustico in Provincia di Varese che porta il nome di Progetto Udire.

Agli oramai noti centri di Varese , Luino e Gallarate si aggiunge il centro acustico di Malnate, situato in via G. Brusa, 2.

Quella di Sabato è stata una giornata di grande affluenza, che ha visto la partecipazione di molte persone interessate al problema uditivo con richiesta di informazioni dettagliate e specifiche per migliorare la propria salute uditiva” – commenta emozionato Federico Turchi, fondatore di Progetto Udire. “Ci teniamo inoltre a ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questo nuovo progetto e che hanno condiviso con noi questo momento“.

Il Centro Acustico di Malnate è il segno di una crescita di Progetto Udire che afferma la qualità e la professionalità del lavoro svolto in questi primi sette anni di attività di cui Federico è stato pioniere insieme al suo team. “Un nuovo investimento per poter essere sempre più vicini ai propri clienti e a tutte le persone che hanno il desiderio di ritornare a sentire tutti i suoni della vita“.

Il Centro Acustico di Malnate è aperto tutti i giorni, da lunedì pomeriggio a sabato mattina. “Siamo sempre a disposizione di chi vuole migliorare le proprie competenze uditive. Ti aspettiamo per progettare insieme il benessere del tuo udito” – conclude Turchi.

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Acufeni: un team di esperti sperimenta la possibilità di contrastarli tramite l’attività fisica

Gli acufeni, ovvero i fastidiosi ronzii che si avvertono in modo costante anche laddove non si sia esposti a nessun suono, sono un problema acustico molto comune.

Per quanto gli acufeni non siano gravi è innegabile il fatto che comportino non poco fastidio, in taluni casi addirittura fino a rendere difficoltoso il prender sonno.

Sono davvero tantissime le persone interessate da acufeni: in Italia si stima che ben il 15% della popolazione conviva con questo problema, percentuale che sale al 30% per quel che riguarda la fascia d’età oltre i 70 anni.

Sebbene si stiano compiendo grandi sforzi per trovare dei rimedi a questo difetto acustico, ad oggi purtroppo non esistono delle soluzioni in grado di fronteggiare il problema in modo totalmente efficace.

Spesso gli acufeni e analoghi disturbi uditivi sono stati messi in relazione a problematiche di natura psicologica, come ad esempio la depressione: si è sempre creduto che stati depressivi, ansia o altri disturbi emotivi potessero essere dovuti alla presenza di acufeni, in realtà alcuni psicoterapeuti hanno recentemente presentato una chiave di lettura del tutto differente.

Un team di esperti in psicoterapia bioenergetica e mediazione corporea composto da Ersindo Nuzzo, Luciana Tamagni e Sandro Anfuso, a seguito di specifiche ricerche ha messo in evidenza come i disturbi psichici indicati sarebbero una causa, o al più una concausa, degli acufeni.

Riuscendo a contrastare il problema di fondo, quindi la depressione e gli altri stati depressivi, si potrebbero ottenere dei risultati apprezzabili anche per quel che riguarda il contrasto agli acufeni, e una strada suggestiva da intraprendere può essere lo svolgimento di attività fisica.

È cosa nota il fatto che lo sport sia un autentico toccasana contro la depressione, l’ansia e altri disturbi di carattere emotivo, per questa ragione potrebbe essere assai prezioso, in modo indiretto, anche per fronteggiare gli acufeni.

Alla luce di questo, i professionisti menzionati hanno avviato una sperimentazione in cui è previsto che una serie di pazienti già in cura presso Humanitas svolgeranno per un determinato lasso di tempo degli esercizi corporei specifici per la loro età e per la loro condizione.

Quest’innovativa terapia si concluderà a breve, e c’è molto interesse e curiosità nello scoprire quali saranno i risultati finali.

Quella dell’attività fisica potrebbe essere infatti una via non convenzionale, ma allo stesso tempo efficace, per contrastare gli acufeni.

Scegliere cosa ascoltare: il prezioso ruolo della mielina

Psicologi e neuroscienziati della Carnegie Mellon University, dell’University College of London e dell’University of London hanno condotto un’interessante ricerca sulla cosiddetta attenzione selettiva, ovvero sulla capacità del cervello di scegliere quali stimoli privilegiare nel momento in cui ne pervengano diversi contemporaneamente.

I risultati di questo studio sono stati pubblicati su un’autorevole rivista quale The Journal of Neuroscience, e potrebbero spalancare degli orizzonti interessanti per quel che riguarda lo sviluppo di nuove strategie finalizzate al contrasto dei deficit dell’attenzione uditiva selettiva che si possono verificare a seguito di un ictus, una commozione cerebrale o altre condizioni patologiche, nonché legate al semplice invecchiamento.

Nello studio in questione sono state sottoposte a risonanza magnetica 8 persone prive di problemi neurologici, ed è stato chiesto loro di prestare attenzione sia ai toni alti che a quelli bassi.

Frederic K. Ha così definito con precisione le mappe tonotopiche, le quali rappresentano i livelli di attivazione delle diverse aree della corteccia cerebrale in funzione della frequenza udita.

Sfruttando una moderna tecnica di Imaging cerebrale, in seguito, è stato controllato se l’attenzione alle diverse frequenze che ha contraddistinto le persone analizzate nello studio potesse esser messa in relazione alla cosiddetta mielinizzazione.

La mielina è una sostanza che avvolge gli assoni dei neuroni, e che dunque favorisce la trasmissione delle informazioni lungo gli assoni stessi.

Lo studio ha messo in evidenza il fatto che aumenti della quantità di mielina sono corrisposti, in molte occasioni, a un aumento della capacità dei neuroni di rispondere alle frequenze in modo selettivo.

Tale scoperta potrebbe rappresentare ben più di un aiuto per individuare nuove soluzioni terapeutiche riguardanti l’attenzione uditiva.

 

Mal d’orecchio d’aereo: cos’è e come si può contrastare

Moltissime persone avvertono, durante i viaggi in aereo, delle sensazioni spiacevoli alle loro orecchie, come ad esempio fastidi localizzati, ronzii e temporanei cali delle normali capacità uditive.

Tali problematiche sono definite “mal d’orecchio da aereo”, proprio perché si manifestano esclusivamente mentre si è in volo, ed è interessante capire come si può placare questo disagio nel corso dei propri viaggi.

Il Dott. Stefano Miceli, otorinolaringoiatra di Humanitas, è stato interpellato sulla questione e ha fornito dei suggerimenti interessanti.

Miceli sottolinea che questo disturbo può manifestarsi ad un solo orecchio o ad entrambi, ed è dovuto al disequilibrio tra la pressione dell’aria nell’orecchio e quella del contesto in cui si trova la persona.

Il Dott. Miceli offre un suggerimento suggestivo da questo punto di vista, ovvero quello di masticare una comune gomma.

Quest’azione infatti favorisce l’apertura e la chiusura della tuba di Eustachio, attenuando così i divari di pressione tra la parte interna e quella esterna dell’orecchio.

Qualora la persona che viaggia sia raffreddata può essere sicuramente una buona idea quella di assumere un antidolorifico prima di volare o non appena atterrati, come può essere ad esempio il paracetamolo.

Il Dott. Miceli tranquillizza anche i soggetti che presentano specifici disturbi riguardanti l’orecchio: queste persone non devono rispettare nessun particolare accorgimento, masticare della gomma può andare più che bene, ad ogni modo i fastidi legati al mal d’orecchio da aereo sono assolutamente temporanei e rientrano entro alcune ore dall’atterraggio.

 

 

Pulizia delle orecchie: i cotton fioc sono da evitare

Utilizzi tutte le mattine i bastoncini di cotone per pulire le orecchie? Quest’abitudine non è da considerarsi positiva, anzi sarebbe il caso di accantonarla.

Gli esperti suggeriscono infatti di evitare l’utilizzo dei cotton fioc, quantomeno per quel che riguarda la pulizia interna dell’orecchio, in quanto con azioni di questo tipo si potrebbe ottenere un effetto opposto a quello desiderato, ovvero quello di spingere il cerume verso l’interno.

Nel lungo periodo quest’operazione potrebbe causare dei seri danneggiamenti al condotto uditivo, per questo motivo è preferibile utilizzare i cotton fioc esclusivamente per la pulizia esterna dell’orecchio.

Anche le classiche siringhe auricolari sarebbero da evitare, in quanto le medesime pompano acqua nell’orecchio al fine di eliminare il cerume, e anche in questo caso l’effetto sarebbe peggiorativo.

Alla base di quanto detto vi è una considerazione: le orecchie sono degli organi autopulenti, di conseguenza non necessitano di particolari operazioni di pulizia quotidiana.

Da questo punto di vista, pulire la conchiglia dell’orecchio con una flanella umida su un dito è più che sufficiente.

Nel caso in cui si voglia eseguire una pulizia più approfondita del proprio orecchio è preferibile rivolgersi a un professionista, il quale potrà realizzare con tutte le accortezze del caso delle soluzioni specifiche, come ad esempio la cosiddetta “irrigazione” dell’orecchio.

Per quel che riguarda la pulizia “fai da te”, secondo l’American Academy of Otolaryngology si può collocare nell’orecchio una piccola quantità di olio di mandorle o di olio d’oliva, ad ogni modo non è necessario effettuare pulizie particolarmente profonde.

Questo può essere affermato senza esitazioni non solo perché, come detto, l’orecchio è autopulente, ma anche perché il cerume ha delle funzioni molto importanti per l’orecchio, come ad esempio quella di proteggerlo dagli agenti esterni.

 

Tappo di cerume: come fronteggiarlo in modo sicuro ed efficace

Il cosiddetto tappo di cerume è un fenomeno che viene a manifestarsi con discreta frequenza, cerchiamo di capire dunque di che cosa si tratta.

Come si forma il tappo di cerume

Va anzitutto sottolineato che il cerume è una secrezione dell’orecchio assolutamente preziosa per il benessere di quest’organo: essa si compone di un mix di grassi, proteine e sali, e la sua funzione primaria è quella di proteggere l’orecchio da batteri e funghi.

Alla luce di questo è evidente il fatto che la pulizia dell’orecchio non dovrebbe mai essere eccessiva, dal momento che lievi quantità di cerume, come visto, sono destinate a rivelarsi molto utili.

Il tappo di cerume si verifica nei rari momenti in cui il cerume risulta presente in quantità eccessive, oppure laddove, tramite l’utilizzo improprio di bastoncini di cotone o delle dita, esso venga spinto internamente.

Il tappo di cerume si manifesta con una sensazione di continuo ronzio, una sorta di acufene: la persona interessata dal tappo di cerume avverte il suo orecchio come “pieno”, fastidioso, e i simili casi è molto importante muoversi con accortezza.

Come rimuovere il tappo di cerume

Dinanzi ad una situazione come questa, in genere vengono effettuate delle soluzioni “fai da te”, le quali tuttavia assai raramente riescono a garantire dei risultati apprezzabili, anzi possono perfino rivelarsi pericolose per l’orecchio.

Tutti i tradizionali rimedi “fai da te”, ovvero ad esempio l’utilizzo del classico bastoncino di cotone, la siringa con acqua ossigenata, il cono di cera e le gocce auricolari sono sconsigliati dagli esperti, in quanto degli errori di esecuzione potrebbero andare a danneggiare il timpano.

Una soluzione assolutamente preferibile è quella di rivolgersi ad un otorinolaringoiatra, affinché possa eseguire una pulizia di livello professionale assolutamente sicura. Se hai dubbi chiedi ai nostri audioprotesisti.

 

Migliorare l’udito: quali attività possono rivelarsi utili?

Si può davvero migliorare l’udito? Per preservare questo senso così prezioso è anzitutto fondamentale tenere dei comportamenti virtuosi, quindi evitare di esporsi a rumori forti e prolungati, limitare l’uso di cuffie e via discorrendo, tuttavia vi sono anche delle attività specifiche che sanno rivelarsi assai preziose da questo punto di vista. Scopriamo subito quali sono.

I cultori dello yoga sono fermamente convinti che questa suggestiva disciplina, oltre ad essere ottima per favorire l’equilibrio fisico e la distensione mentale, preveda degli esercizi molto interessanti anche per il benessere uditivo, come ad esempio il cosiddetto “respiro dell’ape”.

Può essere molto positivo praticare la meditazione, possibilmente in un parco o in una zona altrettanto rilassante: in posti simili infatti il corpo ha modo di ossigenarsi, e oltre a questo si possono udire suoni di vario tipo.

Può essere un buon “allenamento”, ad esempio, quello di sforzarsi di cercare di capire da dove provengano i suoni che vengono uditi all’interno di un parco o in un contesto analogo.

Per assicurare degli effetti benefici all’udito è importante allenare anche la mente: da questo punto di vista non può che essere positivo dedicarsi alle parole crociate o ad altri giochi enigmistici che richiedono uno sforzo cognitivo.

Non è una novità il fatto che praticare sport e alimentarsi in modo corretto siano delle ottime abitudini, e le medesime sanno avere dei risvolti positivi anche per quel che riguarda il benessere uditivo.

Come si accennava in precedenza, inoltre, l’ascolto della musica deve essere effettuato sempre con oculatezza, dunque non si dovrebbe mai tenere il volume oltre il 60% del massimo che può garantire il dispositivo, inoltre l’ascolto dovrebbe essere limitato a non più di un’ora al giorno.

Può essere un’ottima soluzione quella di utilizzare delle cuffie con cancellazione del rumore esterno, le quali, riducendo al minimo i rumori esterni, consentono di poter godere a pieno delle tracce musicali anche ad un volume più basso.

Per ragioni di sicurezza, ovviamente, cuffie come queste non dovrebbero mai essere utilizzate in strada.

Non può che essere consigliabile, inoltre, il sottoporsi regolarmente a delle visite di controllo, soprattutto in età non più giovanissima.

Mentre l’attenzione per quel che riguarda il controllo della vista è sempre molto elevata non si può dire lo stesso per quel che riguarda l’udito, eppure questa tendenza non trova davvero alcun fondamento.

Il fatto che il benessere uditivo, purtroppo, sia spesso trascurato, è confermato anche dal fatto che gli occhiali e tutti gli altri sistemi dedicati alla correzione dei difetti visivi sono estremamente diffusi, al contrario le correzioni dei difetti uditivi sono ben più rare, sebbene le percentuali di popolazione che ne necessiterebbero sono molto elevate.