Problemi uditivi: tra gli over 60, il 43% non comprende quanto comunicatogli dal medico

I problemi di udito sono sempre più frequenti, e questo aspetto ha dei risvolti negativi anche perché rende difficoltosa la comunicazione tra medico e paziente.

Da questo punto di vista si rivela molto interessante uno studio compiuto dai ricercatori della Cork University, pubblicato su Jama Otolaryngology: tale ricerca è giunta a una conclusione allarmante, ovvero che il 43% dei pazienti over 60 che si sottopongono ad una visita medica non riesce a capire le indicazioni fornite dal medico proprio per via dei propri problemi uditivi.

Questa difficoltà avrebbe dunque delle implicazioni negative anche per quel che riguarda il seguito della terapia: quanto suggerito dal medico infatti in molti casi non è stato seguito correttamente da parte del paziente, e ciò ovviamente può rappresentare un grosso problema per la salute.

Gli stessi pazienti hanno dichiarato appunto che la prima causa per la quale non hanno ben compreso quanto dichiarato dal medico è legata a delle difficoltà uditive, allo stesso tempo c’è chi ha lamentato anche l’impiego di un linguaggio troppo tecnico, nonché la presenza di fastidiosi rumori all’interno della stanza mentre medico e paziente erano intenti a comunicare.

I medici dunque non devono mai dare per scontato il fatto che il paziente abbia ben compreso quanto gli è stato prescritto, soprattutto nel caso in cui si tratti di una persona anziana.

Un dato preoccupante infatti è rappresentato dal fatto che sebbene i difetti uditivi siano così diffusi, solo una piccola percentuale della popolazione che convive con tali problematiche adotta delle adeguate contromisure.

Gli apparecchi acustici infatti sono ancora poco diffusi, segno evidente del fatto che mentre la correzione di difetti visivi è considerata un’autentica prassi, non si può ancora dire lo stesso per quanto riguarda eventuali problemi di udito.

Acufeni: le innovative conclusioni di uno specifico studio

Gli acufeni sono un difetto uditivo piuttosto comune, il quale consiste sostanzialmente in dei fastidiosi ronzii che vanno a costituire una sorta di indesiderato sottofondo.

Gli acufeni sono un problema assai comune, si stima infatti che 4 italiani su 100 ne siano interessati, e sono una condizione che oggi piuttosto oscura.

Le cause degli acufeni infatti sono ignote, allo stesso modo si sta facendo non poca fatica nell’individuare delle possibili soluzioni per questo tipo di problema.

Da questo punto di vista sono molto interessanti le conclusioni a cui è giunta l’Università dell’Illinois tramite una specifica ricerca: lo studio in questione ha messo infatti in relazione la presenza di acufeni con le condizioni cerebrali della persona.

Nello specifico, è stato rilevato che le persone interessate da tale problema hanno un cervello costantemente attivo, un cervello che fa fatica a riposare.

Alla luce di questo non è casuale il fatto che le persone che convivono con gli acufeni tendono spesso a sentirsi stanche: tale condizione sarebbe legata proprio all’attività cerebrale, tramite la quale appunto il cervello versa sempre in uno stato di attenzione.

La zona “incriminata” del cervello sarebbe il cosiddetto precuneo, e appunto il precuneo delle persone interessate da acufene si presenterebbe modificato, oltremodo connesso alla rete di attenzione e meno, invece, a quella che implica la “pausa”, il riposo.

Questa dell’Università dell’Illinois è dunque una chiave del tutto innovativa di analizzare il problema degli acufeni, e non è affatto da escludere che ci saranno, in tale ottica, delle novità interessanti nel futuro più prossimo.

Lavaggio dell’orecchie: è sufficiente utilizzare l’acqua?

Come dovrebbero essere lavate le orecchie? Senza dubbio il lavaggio delle orecchie richiede attenzione, per tale motivo si è chiesto un parere a un professionista autorevole quale il Dott. Luca Malvezzi, otorinolaringoiatra specialista in chirurgia cervico facciale di Humanitas.

In particolare, al Dott. Malvezzi è stato richiesto se per una corretta pulizia delle orecchie sia sufficiente utilizzare dell’acqua o se sia necessario utilizzare altri prodotti, e Malvezzi ha risposto senza mezzi termini.

L’acqua è più che sufficiente per lavare al meglio le orecchie, anzi si sconsiglia l’utilizzo, quantomeno quello eccessivo, di cotton fioc e altri strumenti.

Per mantenere un orecchio perfettamente sano, dunque, non è necessario compiere chi sa quali operazioni, allo stesso modo non bisogna badare oltremodo ad eliminare ogni più piccolo residuo di cerume.

La produzione di cerume infatti è un fenomeno assolutamente normale il quale non deve essere messo in relazione all’igiene, anzi il cerume favorisce il mantenimento della pulizia dell’orecchio.

L’orecchio d’altronde è strutturato per essere pulito in modo assai agevole: le cellule della pelle presenti nel fondo del condotto uditivo infatti tendono ad essere migrate verso l’esterno.

L’acqua va più che bene, dunque, per lavare al meglio le orecchie, e nel caso in cui si avvertisse quel fastidioso senso di orecchio “tappato” a seguito di un lavaggio è bene evitare di utilizzare cotton fioc o altri strumenti.

In questi casi l’ideale è attendere che l’acqua si asciughi naturalmente, al più si può pensare di utilizzare un phon, indirizzandolo tuttavia verso l’orecchio alla dovuta distanza.

Problemi uditivi: porvi rimedio con i moderni impianti cocleari

I problemi di udito interessano davvero tantissime persone, ma per fortuna si stanno compiendo dei progressi molto interessanti in tal senso, dei progressi che consentono a chi ha difetti di questo tipo di ottenere migliorie molto significative.

Si stima che nel mondo siano ben 360 milioni le persone interessate da problemi dell’udito, una cifra sicuramente altisonante la quale corrisponde al 5% della popolazione mondiale.

Nella maggior parte dei casi i difetti uditivi sono dovuti alla degenerazione ed alla perdita delle cosiddette cellule ciliate, le quali si trovano all’interno della coclea e hanno il compito di captare i segnali esterni trasformandoli in suoni.

Sicuramente i difetti uditivi si manifestano con maggiore frequenza con l’avanzare dell’età, ma le persone giovani non sono affatto estranee a tali problematiche, anche i bambini d’altronde possono essere purtroppo interessati da problemi dell’udito più o meno importanti.

Le cause di un difetto uditivo, oltre ovviamente all’invecchiamento biologico dell’organismo, sono svariate: esse possono corrispondere a malattie croniche dell’orecchio, infezioni, all’esposizione prolungata a rumori intensi, oppure ancora a traumi, fattori generici, all’utilizzo di particolari tipologie di farmaco.

Oggi si possono adottare diverse soluzioni in grado di porre rimedio in modo efficace ai difetti uditivi, e tra queste è possibile menzionare l’impianto cocleare, spesso definito “orecchio bionico”.

L’impianto cocleare consiste in un particolare micro stimolatore che, posto internamente alla coclea, riuscirà a stimolare il nervo acustico inviando al cervello le informazioni necessarie per decodificare il messaggio sonoro.

L’impianto cocleare è uno strumento di grande avanguardia è rappresenta un’ulteriore, importantissima opportunità per porre rimedio ai difetti uditivi.

Da questo punto di vista è senza dubbio necessaria anche una maggiore sensibilità a questi problemi: tantissime persone infatti tendono a trascurare i difetti uditivi, o comunque ad accettarli in modo passivo ritenendo che non possano essere risolti.

Nulla di più sbagliato: i difetti uditivi oggi possono assolutamente essere corretti, e sarebbe opportuno sottoporsi a dei controlli con la dovuta periodicità proprio come si è abituati a fare per quel che riguarda la vista.

Troppi rumori nella società odierna: alcuni semplici consigli per proteggere l’udito

In tante, troppe occasioni siamo esposti a dei rumori eccessivi, e il nostro udito purtroppo non può che risentirne.

La società odierna espone molto spesso a rumori troppo forti, tuttavia in molte occasioni siamo noi stessi a renderci protagonisti di comportamenti poco responsabili da questo punto di vista.

Riuscire a ridurre l’esposizione ai rumori intensi e prolungati è dunque più che opportuno: nel giro di breve tempo la quantità di giovani interessati da problemi uditivi è cresciuta in modo preoccupante, e ciò è dovuto al fatto che si tende a fare un uso irresponsabile di cuffie, smartphone e altri strumenti analoghi, senza trascurare l’abitudine a frequentare concerti, discoteche e altri ambienti tutt’altro che “amici” di un buon udito.

Il problema dell’inquinamento acustico continua ad essere sottovalutato, i sintomi dei peggioramenti dell’udito sono spesso ignorati, allo stesso tempo laddove si abbia il dubbio che il proprio udito stia calando si tende a trascurare la cosa e ad evitare di sottoporsi ad una visita specialistica.

Alcuni consigli per evitare di esporsi massivamente a forti rumori riguardano anzitutto gli ambienti domestici: elettrodomestici quali TV, stereo, phon, lavatrici, di norma non emettono suoni molto forti, tuttavia nel lungo periodo possono avere dei risvolti negativi sul benessere uditivo, soprattutto se utilizzati in modo improprio.

Molto importante è inoltre la protezione dell’udito: alcune professioni infatti espongono la persona a dei rumori forti e prolungati.

In simili circostanze l’utilizzo di specifici otoprotettori è più che opportuno, ed è importante sceglierne un modello adatto alla professione che viene svolta.

A tal riguardo è interessante sottolineare che le normative a tutela dei lavoratori sono diventate molto più rigide, e la perdita di udito su lavoro è oggi considerata a tutti gli effetti una malattia professionale.

Visite acustiche di controllo: ogni quanto tempo andrebbero effettuate?

Quando si parla di visite oculistiche si sa bene che eseguire dei controlli routinari, ogni 6 mesi o al massimo ogni anno, è importantissimo, ma che cosa si può dire relativamente alle visite riguardanti l’udito? Anche queste devono essere effettuate con la medesima cadenza?

Questa domanda è stata posta a un medico molto noto e blasonato quale Gaetano Paludetti, direttore del dipartimento di Otorinolaringoiatria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, scopriamo subito dunque qual è stata la sua risposta.

Paludetti ha dichiarato che chi non riscontra particolari problemi nel proprio udito può evitare di sottoporsi frequentemente a delle visite di controllo, di conseguenza la cadenza periodica con cui controllare l’udito, per quel che riguarda i soggetti adulti, è molto più “larga” rispetto a quella indicata per le visite oculistiche.

La cosa è ben diversa per quel che concerne i neonati, la cui condizione uditiva deve essere assolutamente verificata tramite test appositi già nei primi mesi di vita.

Allo stesso modo deve sottoporsi senza esitazioni a una visita oculistica la persona che inizia ad avvertire alcuni “campanelli d’allarme”, quindi la persona che riscontra alcune difficoltà uditive.

Non è mai superficiale sottolineare che le odierne opportunità tecnologiche consentono di fronteggiare in modo molto efficace i problemi uditivi, dunque accettare passivamente e con rassegnazione un udito non impeccabile sarebbe davvero un grosso errore.

I principali nemici dell’udito: c’è anche il phon

Sono tantissimi gli aspetti che possono contribuire, purtroppo, al peggioramento dell’udito, scopriamo subito dunque quali sono quelli più rilevanti.

Anzitutto è cosa nota che ascoltare musica ad alto volume, sia utilizzando delle cuffie che nell’ambito di discoteche, concerti e spettacoli dal vivo, sia deleterio per la salute uditiva, inoltre diverse patologie possono avere risvolti negativi in tal senso.

Da questo punto di vista possiamo menzionare in primis le malattie legate alla condizione del sangue, come ad esempio diabete, ipercolesterolemia ed ipertensione.

Diversi farmaci purtroppo possono avere dei risvolti negativi dal punto di vista della salute uditiva, come ad esempio alcuni farmaci specifici per il contrasto di malattie cardiache; anche la comune aspirina e l’ibuprofene, se consumate in quantità notevoli, possono diminuire le capacità uditive di una persona.

Anche la febbre molto alta e prolungata può danneggiare l’udito, allo stesso modo il traffico urbano può avere delle influenze in tale ottica, di conseguenza gli automobilisti sono piuttosto esposti a rischi di questo genere.

Anche alcuni corsi sportivi i quali prevedono l’esposizione costante a musica ad alto volume possono avere risvolti negativi sul benessere uditivo, inoltre anche i rumori degli elettrodomestici non devono essere sottovalutati.

Da questo punto di vista un nemico “insospettabile” corrisponde al phon: se il rumore di questo dispositivo elettrico supera gli 85 decibel ed è utilizzato a distanza ravvicinata, vi è un concreto rischio che l’udito ne possa risentire.

Sintomi della diminuzione dell’udito: quali sono quelli a cui prestare attenzione

Prestare attenzione ai sintomi della diminuzione dell’udito è molto importante: non appena si avvertono delle anomalie, infatti, è fondamentale sottoporsi subito ad una visita specialistica per verificare l’effettiva condizione dell’udito.

Alla luce di questo è molto interessante scoprire quali sono i sintomi da non sottovalutare, a cominciare dal fatto che i suoni sembrano essere più ovattati, più attutiti.

Altri campanelli d’allarme possono corrispondere alla difficoltà di dialogare in modo fluente con il proprio interlocutore, magari ritrovandosi spesso a chiedere di ripetere quanto è stato pronunciato, alla necessità di alzare il volume della TV o della radio, alla presenza di continui ronzii.

Se l’ipoacusia è causata da infezioni si può avvertire dolore all’orecchio, nelle medesime circostanze si possono verificare anche delle piccole perdite di sangue, se invece l’ipoacusia interessa l’orecchio interno si possono manifestare delle sensazioni di vertigini.

In tutti questi casi non bisogna temporeggiare e bisogna rivolgersi subito a uno specialista, anche in considerazione del fatto che eventuali difetti uditivi possono assolutamente essere contrastati e sarebbe dunque un grosso errore quello di accettarli passivamente.

Otite mediana effusiva: il gene della mucina rappresenta un rischio

I bambini interessati da otite mediana effusiva (OME), sarebbero esposti al rischio di perdere l’udito per via del gene della mucina, MUC5B.

Le mucine hanno un ruolo molto importante nell’orecchio, consentendo ad esempio di annientare particelle ed agenti patogeni, tuttavia una secrezione eccessiva di tale sostanza avrebbe degli effetti negativi.

A giungere a questa conclusione è stato uno studio condotto dai ricercatori del Medical College del Winsconsin, i quali hanno esaminato alcuni campioni di biopsie dell’orecchio medio di 31 pazienti interessati da OME.

Nell’occasione è stato riscontrato appunto come una maggiore presenza del gene MUC5B abbia dei risvolti assai negativi e possa appunto favorire l’insorgere di uno stato di sordità.

Alzheimer e udito: i difetti uditivi non vanno trascurati, anche per il benessere mentale

L’Alzheimer, ovvero la condizione di demenza che può sopraggiungere in età avanzata, è un problema ancora oscuro sotto diversi punti di vista.

La scienza medica sta compiendo degli sforzi importanti da questo punto di vista, al momento però non esiste una soluzione terapeutica in grado di garantire risultati impeccabili in tale ottica.

Sicuramente lo stile di vita ha un’influenza sull’insorgere della demenza, e anche l’udito ha un ruolo molto importante.

Per lungo tempo si è creduto che il calo dell’udito sia una conseguenza della demenza, in realtà potrebbe non essere così: recenti studi hanno dimostrato che la persona che ha difficoltà uditive e che non pone rimedio a tali difetti può essere molto più esposta al rischio di sviluppare l’Alzheimer.

Il fatto che l’udito non sia perfetto va infatti ad “annebbiare” alcune zone del cervello, e questo ha delle influenze molto negative sul benessere mentale della persona.

Alla luce di questo dunque si raccomanda caldamente di sottoporsi regolarmente a dei controlli uditivi e di non sottovalutare eventuali campanelli d’allarme.

Non bisogna avere alcun imbarazzo nell’utilizzare un apparecchio acustico, anzi è davvero curioso notare come a livello sociale i difetti della vista siano considerati in un modo del tutto differente rispetto alle problematiche relative all’udito.

Mentre indossare degli occhiali è considerato del tutto normale, si tende a considerare “strano” sfoggiare un apparecchio acustico, allo stesso modo le visite oculistiche vengono in genere effettuate con regolarità, purtroppo non si può dire lo stesso invece per quelle riguardanti l’udito.

Sarebbe un grosso errore credere che eventuali difetti uditivi non siano contrastabili: la tecnologia ha compiuto dei veri e propri passi da gigante negli ultimi tempi, quindi rassegnarsi a un udito meno efficace è un qualcosa di profondamente sbagliato.