Iperacusia: ovvero il problema di salute di chi sente “troppo”

L’iperacusia è una condizione decisamente meno consueta rispetto all’ipoacusia, e riguarda tutte le persone che hanno un udito eccessivamente sviluppato.

Per utilizzare un’espressione buffa, ma quanto mai calzante, l’iperacusia è il problema del “sentirci troppo”, ed effettivamente è molto raro che si senta parlare di casi simili.

Proprio sulla base di ciò Caroline Rèmond, la quale convive con questa strana patologia da anni, ha pubblicato in Francia un libro dedicato a tale problematica.

Lo scopo di questa pubblicazione è quello di sensibilizzare, appunto, circa l’importanza di questa condizione, allo stesso tempo essa si rivolge anche al mondo medico, affinché si possano individuare delle soluzioni che possano consentire alle persone che convivono questa condizione di poterla fronteggiare con buoni risultati.

All’interno di questo libro si trovano inoltre alcuni consigli molto utili dedicati a tutte le persone interessate da iperacusia, e diversi suggerimenti riguardano anche la gestione dell’aspetto psicologico, una “faccia” di questo problema che non va sottovalutata.

Troppi rumori nella quotidianità: perché è importante “riscoprire” il silenzio

Nella società odierna i rumori sono davvero troppi, e sarebbe opportuno riuscire a ridimensionarli.

Sono tantissime le città italiane che superano abbondantemente quella che è considerata la soglia massima di rumore diurno relativo all’ambiente esterno, ovvero 65 decibel, e un altro dato allarmante è quello relativo ai giovani.

Mentre nel 2012 infatti la percentuale di ragazzi con problemi uditivi era pari al 3%, nel 2015 ha raggiunto il 4,2%, facendo registrare così un incremento straordinariamente repentino.

Sono troppe le “regole” che non vengono rispettate: in macchina si ascolta la musica a volume troppo alto, in discoteca il volume è troppo alto, lo stesso si può dire per quanto riguarda la musica ascoltata tramite gli auricolari.

In questo ambiente così marcatamente rumoroso è tutt’altro che raro che le persone tendano a urlare di più: per sopraffare tutti questi rumori infatti si alza spesso la voce per farsi capire dal proprio interlocutore.

Guido Conti, responsabile dell’unità audiologica del Policlinico A. Gemelli di Roma, sostiene che tutto questo rumore potrebbe essere una sorta di voglia di non ascoltare il mondo, un modo per proteggere la propria persona.

All’opposto, tuttavia, sarebbe opportuno ridurre i rumori e smettere di alzare la voce, non solo per ovvi motivi legati al benessere uditivo.

Bisognerebbe insomma riscoprire il piacere del silenzio e dei rumori lievi anche nell’ambito delle conversazioni: parlare senza eccedere nel tono di voce è molto più piacevole e può perfino rendere la persona più attraente.

Controllo dell’udito: fondamentale se si riscontrano delle difficoltà uditive

Chi inizia ad avvertire alcuni difetti uditivi non deve assolutamente temporeggiare, anzi deve rivolgersi tempestivamente ad uno specialista per sottoporsi ad una visita di controllo.

Questo consiglio è importantissimo e merita di essere sottolineato a dovere, soprattutto se si considera che tantissime persone, purtroppo, tendono a trascurare i problemi uditivi, magari perché fanno fatica a riconoscerli o perché provano un infondato senso di vergogna.

Mentre l’attenzione dedicata ai problemi visivi è mediamente piuttosto alta, anche per quanto riguarda le visite di controllo periodiche, non si può dire lo stesso per le visite riguardanti l’udito.

Chi non avverte alterazioni nelle proprie capacità uditive non deve sottoporsi a dei controlli routinari: ad affermare questo è un professionista autorevole e stimato quale il Dott. Gaetano Paludetti, direttore del dipartimento di Otorinolaringoiatria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, il quale sostiene che le visite di controllo non debbano essere effettuate con la medesima ricorrenza delle visite oculistiche.

Il Dott. Paludetti allo stesso tempo consiglia vivamente di sottoporsi subito ad una visita nel caso in cui si riscontrino alcune anomalie, come ad esempio difficoltà a comprendere ciò che pronuncia la persona con cui si sta parlando, allo stesso tempo non perde occasione per sottolineare l’importanza cruciale di effettuare i fondamentali test dell’udito relativi ai neonati ed ai bambini.

Otite: come si manifesta nei bambini?

L’otite è un’infezione dell’orecchio che non va affatto trascurata, soprattutto in età infantile.

Recentemente ha suscitato grande preoccupazione il fatto che un bimbo di appena 7 anni, purtroppo, abbia perso la vita proprio per via di una semplice otite, di conseguenza è opportuno evidenziare quali sono i suoi sintomi tipici.

L’otite può causare una diminuzione della percezione uditiva, può manifestarsi con febbre e dolori localizzati, o ancora può avere tra i suoi sintomi stati di irritabilità, disturbi del sonno, riduzione dell’appetito.

Nel caso in cui si avessero dei dubbi circa l’eventualità che il proprio bambino possa avere un’otite è indispensabile rivolgersi subito ad un medico.

Un professionista è in grado di verificare con precisione se realmente sussiste un’otite tramite un apposito strumento, ovvero l’otoscopio.

Senza dubbio è molto importante prestare massima attenzione da questo punto di vista per quel che riguarda il trattamento dell’otite nei bambini, dal momento che tale infezione può causare diverse complicanze, tra cui anche dei ritardi nell’acquisizione del linguaggio.

Facebook introduce i sottotitoli ai suoi filmati: novità importante per chi ha problemi di udito

Il Social Network Facebook è un’indiscussa “colonna” del web, autentico punto di riferimento anche per quanto riguarda la visione di video, e negli scorsi giorni è stata annunciata l’introduzione dei sottotitoli relativa ai filmati.

In sostanza Facebook ha scelto di mettere a disposizione dei publisher, dunque di chiunque pubblichi dei video, un sistema di riconoscimento vocale che produce automaticamente dei sottotitoli.

I video pubblicati su Facebook stanno divenendo sempre più numerosi, anche in considerazione del fatto che si stanno diffondendo sempre di più le dirette, di conseguenza questa novità ha dei risvolti davvero molto importanti per tutte le persone che hanno difficoltà uditive.

La fruizione di sottotitoli riguarderà sia i sistemi Android che iOS, oltre ovviamente ai vari browser web.

Anche noi di Progetto Udire abbiamo introdotto i sottitoli come puoi vedere sulla nostra pagina.

Danni all’orecchio hanno risvolti negativi a livello cerebrale: i risultati di una ricerca

Un gruppo di ricercatori internazionali ha recentemente presentato il rapporto “Il cervello in ascolto – Lo stretto intreccio fra udito e abilità cognitive”, il quale ha fatto emergere dei dati interessanti.

Un aspetto molto importante che è stato evidenziato è legato al fatto che eventuali danni all’udito comportano un peggioramento ulteriore dell’orecchio nel suo complesso, secondo una sorta di circolo vizioso, ragion per cui eventuali difetti uditivi devono essere contrastati efficacemente e per tempo.

Eventuali danni uditivi possono avere dei risvolti negativi anche nei confronti delle varie attività cerebrali: e questa è un ulteriore ragione per essere fermamente intenzionati a contrastare efficacemente qualsiasi problematica relativa a tale organo.

Sottolineare questo aspetto è molto importante dal momento che in Italia sono tantissime le persone che trascurano i difetti uditivi.

Si può affermare che è sorprendente il modo con cui i difetti uditivi vengono oggi considerati “di secondo piano”: mentre per i difetti della vista l’attenzione è sempre massima, per quelli inerenti l’udito non si può dir lo stesso.

A tal riguardo si può citare un semplice numero: su ben 7 milioni di persone che, in Italia, convivono con dei difetti uditivi, appena 1,8 milioni li contrasta utilizzando apparecchi acustici.

Quanto detto ovviamente ha dei risvolti importanti anche dal punto di vista pediatrico: nei primi anni di età il fatto che l’udito sia impeccabile è davvero importantissimo, anche per quel che riguarda la socializzazione primaria e lo sviluppo delle capacità cognitive, di conseguenza ciò che è emerso da questi recenti studi deve rappresentare uno stimolo a controllare in modo minuzioso la condizione uditiva dei bambini anche laddove non manifestino sintomi particolari.

Calo dell’udito: i campanelli d’allarme da non sottovalutare

Il calo dell’udito è un fenomeno che, ovviamente, merita di essere contrastato con la massima attenzione, di conseguenza eventuali campanelli d’allarme non devono essere sottovalutati.

Sottolineare questo è molto importante, dal momento che i difetti uditivi continuano a non essere considerati a dovere nel nostro paese: l’attenzione per la vista è sempre massima, ma non è affatto lo stesso per quel che concerne l’udito.

Si stima che in Italia siano circa 7 milioni le persone interessate da problemi uditivi, nonostante questo appena 1,8 milioni utilizzano degli apparecchi acustici specifici.

Relativamente ai principali sintomi del calo dell’udito ci si è rivolti al direttore del dipartimento di Otorinolaringoiatria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Gaetano Paludetti.

Secondo questo professionista i sintomi del calo dell’udito si verificano soprattutto in ambienti chiusi e rumorosi, come può essere un ristorante, ad esempio, oppure un ufficio: se si ha spesso difficoltà a comprendere quanto sta comunicando il proprio interlocutore, verificare la condizione del proprio udito è fondamentale.

Un campanello d’allarme da non sottovalutare è rappresentato inoltre dagli acufeni, ovvero quei fastidiosi ronzii che si avvertono con costanza sebbene non si sia realmente esposti ad alcun rumore.

Sonno e acufeni: come dormire senza risentire di questo fastidio?

Chi è interessato da acufeni, ovvero i fastidiosi ronzii che si manifestano in modo continuativo pur laddove non si sia esposti ad alcuna fonte di rumore, può avere dei disturbi durante il sonno.

Purtroppo al momento non esistono dei rimedi definitivi contro gli acufeni, sebbene la scienza medica si stia muovendo in modo importante in tale ottica, ad ogni modo per rendere più piacevole il riposo si possono sottolineare alcuni suggerimenti.

Anzitutto può essere una buona soluzione quella di praticare alcuni semplici esercizi di rilassamento, inoltre è molto positivo praticare dello sport e, in generale, seguire uno stile di vita salutare.

L’ideale è andare a dormire solo quando si è stanchi: se si va a letto quando ancora non si ha molto sonno, infatti, si tende a badare maggiormente al problema degli acufeni.

Alla luce di quanto detto, se dopo mezz’ora che ci si è stesi a letto ancora non si è preso sonno è preferibile alzarsi e fare qualcos’altro, fino a quando non si avvertirà la stanchezza in modo più netto.

Ascoltare della musica rilassante o dei suoni altrettanto gradevoli, come ad esempio quello delle onde del mare, può essere una buona soluzione per conciliare il sonno, inoltre si raccomanda di evitare di assumere sostanze stimolanti, che si tratti di caffeina o di nicotina.

Acufene: un problema sempre più diffuso che necessita di una terapia

L’acufene, ovvero quella fastidiosa sensazione di ronzio alle orecchie che rappresenta una sorta di indesiderato sottofondo sonoro, si sta diffondendo sempre più, e in Italia sono davvero numerose le persone che ne sono interessate.

Secondo le ultime statistiche nel nostro paese circa il 15% della popolazione convive con l’acufene, ed è preoccupante il fatto che ad oggi non esistono terapie valide per affrontare tale condizione.

Corrado Lodigiani, responsabile del centro trombosi e malattie emorragiche dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano, ha spiegato come questo disturbo sia molto sottovalutato nel nostro paese.

Convivere con l’acufene è davvero un qualcosa di spiacevole, anche in considerazione del fatto che questo malessere uditivo può favorire l’insorgere di stati depressivi, disturbi del sonno e altre problematiche tutt’altro che trascurabili, senza ovviamente trascurare le spese economiche che la persona deve sostenere per le varie visite specialistiche.

Lo stesso Lodigiani sottolinea infatti che l’acufene non è considerato una patologia cronica e invalidante dal Ministero della Salute, dunque chi ne è interessato gode di ben poche tutele; al di là dell’aspetto economico, peraltro, Lodigiani dichiara che il riconoscimento come patologia cronica e invalidante sarebbe utile anche per incentivare la ricerca, senz’altro importantissima.

Attualmente le cause dell’acufene sono piuttosto oscure, dunque sarebbe assolutamente opportuno riuscire a far chiarezza, anche per quel che riguarda i possibili rimedi terapeutici la situazione è tutt’altro che ben definita.

Premesso che l’acufene può presentare peculiarità molto diverse, di conseguenza anche i rimedi terapeutici possono assumere, verosimilmente, peculiarità disparate, ad oggi i trattamenti più diffusi consistono soprattutto in approcci riabilitativi finalizzati a favorire la convivenza con questo fastidio, oppure nell’emissione di altri suoni da parte di apposite protesi acustiche le quali camuffano, appunto, il rumore causato dall’acufene.

Non si tratta, è evidente, di vere e proprie soluzioni al problema, ma solo di meri palliativi.

In un unico caso si può attuare una terapia degna di tal nome: qualora l’acufene dipenda dal conflitto vaso-nervo vascolare, infatti, si può effettuare un apposito intervento chirurgico.

L’auspicio è dunque che vengano compiuti dei passi in avanti per porre rimedio a questo problema di salute senz’altro sottovalutato: tantissime persone hanno un impellente bisogno di cure efficaci contro l’acufene, e riuscire a fronteggiare questo disturbo avrebbe senz’altro risvolti molto positivi sulla loro qualità della vita.

Ipoacusia: nella sola UE “costa” 178 miliardi di euro annui

L’ipoacusia, ovvero l’indebolimento dell’udito dovuto alle cause più svariate, comporta dei costi davvero molto elevati alla collettività laddove non venga trattata a dovere.

I difetti uditivi continuano ad essere sorprendentemente sottovalutati: le visite di controllo periodiche relative all’udito sono molto meno frequenti rispetto a quelle che riguardano, ad esempio, la vista, allo stesso tempo è molto grave che persone che convivono con difetti uditivi li trascurino, ignorando la possibilità di potervi porre rimedio.

Quello dell’ipoacusia non trattata è dunque un problema piuttosto frequente, e a tal riguardo è ancora oggi importantissimo sensibilizzare la gente al controllo costante dell’udito e alla cura tempestiva di eventuali difetti.

In vista della Giornata Mondiale dell’Udito, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato quelli che possono essere i costi di questo problema di salute a carico della collettività, e si parla di cifre a dir poco altisonanti.

Nella sola Italia l’ipoacusia non curata comporta una spesa pari a 21 miliardi di euro annui, mentre nell’intera UE 178 miliardi di euro ogni anno.

D’altronde, quanto di negativo può causare l’ipoacusia è davvero notevole: questa condizione uditiva può portare la persona ad isolarsi e a maturare una condizione di depressione, può renderla meno efficiente sul lavoro, può demotivarla nella ricerca di un’occupazione, e per quanto riguarda l’età adolescenziale può comportare delle difficoltà di apprendimento, rese ancor più gravi dal fatto che i compagni di classe riescono a procedere con un ritmo più rapido.

Carlo Antonio Leone, presidente della Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale, ha rimarcato come l’udito abbia un ruolo importantissimo nella vita di una persona, di conseguenza difetti di questo tipo possono senz’altro avere innumerevoli risvolti negativi, sia per la stessa vita della persona che per la collettività, in termini di costi.