Ciclismo: quali rischi per l’udito per gli sportivi che praticano questa disciplina?

L’Henry Ford Hospital di Detroit ha pubblicato un comunicato stampa tramite cui mette in guarda i ciclisti dai danni che possono riguardare il loro udito.

I ricercatori di questo ospedale hanno condotto un particolare studio applicando dei microfoni alle orecchie di alcuni ciclisti, ed hanno riscontrato che il rumore del vento al quale sono esposti non è da trascurare.

Le rilevazioni in questione, infatti, hanno evidenziato che questi sportivi sono spesso esposti a dei rumori inclusi tra 85 e 120 decibel, delle quantità che non possono affatto essere trascurate.

I rumori superiori agli 85 decibel, infatti, sono considerati potenzialmente dannosi per l’udito, e possono corrispondere ad esempio a quelli tipici del traffico cittadino.

85 decibel non è certamente una soglia altissima, tuttavia i ricercatori dell’Henry Ford Hospital di Detroit sottolineano che i problemi uditivi non sono connessi necessariamente all’esposizione a rumori particolarmente forti, ma piuttosto sono legati all’esposizione costante e prolungata a tali suoni.

Inquinamento acustico e rischi per l’udito: alcuni studi interessanti

Essere costantemente esposti a rumori ha dei risvolti negativi nei confronti dell’udito: questo non rappresenta una novità, certo, ma i dati che riguardano le persone che vivono in città sono davvero inequivocabili.

Secondo un’indagine eseguita da GfK Eurisko, al crescere dell’esposizione a rumori aumenta del 30% la possibilità di essere interessati da problemi uditivi.

Roberto Albera, docente di otorinolaringoiatria dell’Università di Torino, evidenzia come l’esposizione a rumori intensi e prolungati tenda a ridurre la sensibilità uditiva: questa reazione da parte dell’organismo è effettuata per una forma di difesa, per evitare che i rumori circostanti comportino dei danni.

L’orecchio riprende la sua normale sensibilità nell’arco di poche ore, tuttavia laddove l’esposizione a importanti rumori di sottofondo sia particolarmente frequente, il rischio che l’orecchio ne risenta in modo permanente non può essere escluso.

A conferma di quanto detto vi è il fatto che oggi il numero di persone interessate da problemi uditivi è molto più elevato rispetto ad alcuni anni addietro: la differenza è solo di pochi decibel, sia chiaro, tuttavia il dato non può e non deve essere trascurato.

Il diabete: un fattore di rischio per il benessere uditivo

Il diabete può sicuramente rappresentare un fattore di rischio per il benessere dell’udito: non è affatto raro che diabete e sordità convivano in una persona anziana, e la sordità può essere appunto causa del problema di salute indicato.

Sono numerosi i fattori che possono incidere sull’insorgere di diabete, ovvero ad esempio condizioni di ipertensione, di nefropatia, di retinopatia e di neuropatia.

Uno studio di qualche anno fa, peraltro, ha evidenziato dei risultati pressoché inequivocabili da questo punto di vista: le persone adulte interessate da diabete, infatti, avevano una tendenza doppia a sviluppare una sordità rispetto a chi non aveva questo problema di salute, senza dimenticare che altre percentuali tutt’altro che irrilevanti palesavano comunque altre difficoltà uditive legate al diabete.

Proteggere l’udito è sempre fondamentale, non c’è nessun dubbio, di conseguenza sono sempre valide le raccomandazioni più consuete, come ad esempio quella di evitare di esporsi in modo prolungato a rumori intensi.

Tenere d’occhio il diabete, come si diceva, è utile anche dal punto di vista del benessere uditivo, di conseguenza sono sicuramente degli ottimi suggerimenti quelli di praticare una sana attività sportiva con regolarità, evitando vizi poco salutari come alcol e fumo.

Controllare l’alimentazione è allo stesso modo importante, inoltre ovviamente è necessario che la persona si attenga scrupolosamente a quanto indicato dal suo medico nel contrastare il diabete.

Questa patologia deve essere compensata farmacologicamente, quindi attenersi a quanto il medico saprà indicare avrà sicuramente dei risvolti positivi anche a livello di benessere uditivo.

Salute dell’udito: alcuni campanelli d’allarme da non sottovalutare

Anche per l’udito, proprio come per molti altri aspetti riguardanti la salute, saper riconoscere per tempo eventuali campanelli d’allarme è importante, vediamo dunque quali sono dei segnali che meritano di essere valutati con la dovuta attenzione.

Anzitutto, può essere un “campanello” la difficoltà nel distinguere tra loro alcune lettere, come ad esempio S ed F, foneticamente piuttosto simili.

Anche avere difficoltà a comprendere delle conversazioni telefoniche può essere indice di un principio di problemi uditivi, così come la difficoltà a comprendere ciò che sta dicendo il proprio interlocutore quando sono presenti dei leggeri rumori di sottofondo.

Laddove capiti piuttosto frequentemente di non comprendere bene ciò che la gente dice, oppure qualora si abbia spesso la sensazione che la gente borbotti e non parli in modo chiaro, potrebbe essere un qualcosa da non sottovalutare.

Anche la sensazione di una sorta di sibilo all’orecchie, un disturbo noto come acufene, non va sottovalutata, allo stesso tempo potrebbe essere strano sentirsi comunicare spesso dagli altri che si sta ascoltando la radio o la TV a un volume eccessivamente alto.

Qualora si riscontrassero manifestazioni di questo tipo, dunque, è fondamentale consultare un medico senza temporeggiare.

I tappi per orecchie e la loro utilità: gli interessanti risultati di una ricerca

I tappi per orecchie, non ci sono dubbi, dovrebbero divenire degli oggetti ben più diffusi, e soprattutto dovrebbero essere indossati in tutti gli eventi in cui ci si espone a della musica particolarmente forte, dunque ad esempio in discoteca o ad un concerto.

A tal riguardo è emblematico uno studio effettuato dalla University Medical Center di Utrecht, importante ateneo olandese.

I ricercatori hanno “arruolato” 51 ragazzi dall’età media di 27 anni, i quali si apprestavano a recarsi ad un concerto ad Amsterdam.

A 25 di loro, ovvero indicativamente alla metà del campione, è stato chiesto di proteggere le loro orecchie tramite degli appositi dispositivi, gli altri invece hanno assistito al concerto senza alcuna protezione.

Dopo ben 4 ore e mezzo di musica sono stati misurati i livello uditivi dei vari giovani che hanno preso parte alla ricerca, e i risultati hanno lasciato ben poco spazio a dubbi.

La riduzione temporanea dell’udito è risultata pari all’8% tra i ragazzi che avevano utilizzato i tappi per orecchie, mentre ha raggiunto ben il 42% per quel che riguarda l’altra parte del campione.

Anche per quanto riguarda il cosiddetto tinnitus, ovvero la percezione di suono in assenza di una reale fonte sonora, i dati sono stati molto più alti per quel che riguarda i ragazzi che non hanno fatto uso dei tappi.

L’esposizione a rumore eccessivo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, può essere una causa di progressiva perdita di udito, ragion per cui i tappi per orecchie possono rappresentare davvero un preziosissimo alleato.

Per accentuare il proprio comfort è un ottimo suggerimento è quello di utilizzare dei tappi per orecchie customizzati, dunque creati appositamente per il proprio condotto uditivo, quindi perfettamente combacianti con la forma del proprio orecchio.

 

Come proteggere l’udito? Alcuni utili consigli

Come fare a proteggere in modo efficace il proprio udito per evitare che, nel lungo periodo, si possa logorare?

Gli aspetti a cui badare sono diversi, a cominciare dall’intensità dei rumori a cui ci si espone, come ad esempio quello di uno strumento di utilizzo comune quale l’asciugacapelli.

Sicuramente è una buona abitudine quella di utilizzare l’asciugacapelli alla sua potenza più bassa, mentre per quel che riguarda dispositivi di altro tipo, come possono essere ad esempio frullatori e smerigliatrici, la loro base va protetta con un canovaccio per attutire il rumore.

Qualora si preveda di prender parte ad un evento particolarmente rumoroso, come può essere ad esempio uno spettacolo pirotecnico, è un’ottima regola quella di proteggersi con dei tappi per orecchie.

Controllare la propria salute in modo generale è sicuramente un’ottima abitudine anche nell’ottica del benessere uditivo, inoltre è molto importante riuscire ad asportare in modo efficace il cerume in eccesso.

Qualora si riscontrasse un accumulo di cerume è sicuramente preferibile consultare un medico piuttosto che provvedere autonomamente alla soluzione del problema.

Per qualsiasi tipo di anomalia uditiva, come può essere ad esempio la semplice sensazione di non riuscire a sentir bene in determinate circostanze, è senza dubbio opportuno rivolgersi a un medico con celerità, senza temporeggiare inutilmente.

Giovani e perdita d’udito silenziosa: che cos’è?

Il team del Massachusetts Eye and Ear, un importante centro affiliato alla Medical School di Harvard, ha effettuato una ricerca su alcuni giovani studenti universitari e sulla loro capacità di percepire dei discorsi in ambienti rumorosi.

Sebbene tutti i soggetti che hanno costituito il campione offrivano la medesima risposta in ambienti silenziosi, dunque non palesavano difetti uditivi in assenza di rilevanti rumori di sottofondo, delle differenze tutt’altro che secondarie emergevano quando erano chiamati a percepire dei discorsi riguardanti ambienti affollati.

Lo studio in questione ha fatto emergere che gli universitari che più frequentemente erano esposti a rumori, o comunque che non utilizzavano appositi strumenti di protezione per l’apparato uditivo, percepivano più lentamente quando pronunciato dal loro interlocutore.

Questa condizione è definita “perdita dell’udito silenziosa”, e non può essere misurata tramite un normale audiogramma.

Alla luce di questo, dunque, i ricercatori si sono sforzati per perfezionare dei sistemi più sensibili, i quali consentiranno di effettuare delle diagnosi molto più precise anche in tal senso.

La raccomandazione, ovviamente, è sempre quella di evitare di esporsi oltremodo a delle fonti di inquinamento acustico importante, quantomeno in assenza di appositi strumenti protettivi.

Inquinamento acustico e disturbi dell’udito: quali legami?

Esistono dei legami tra inquinamento acustico e disturbi dell’udito? L’organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, non ha dubbi, e crede che l’inquinamento acustico possa comportare disturbi del sonno, minore efficienza lavorativa, effetti cardiovascolari, e soprattutto un pericoloso logoramento dell’apparato acustico.

Secondo l’OMS l’esposizione al rumore non dovrebbe ai essere superiore ai 70 decibel nell’arco dell’intera giornata, e mai ad 85 decibel in un’ora.

Il rumore può essere davvero un pericoloso nemico della nostra salute: si stima che oltre un milione di giovani e di giovanissimi di età compresa tra i 12 ed i 35 anni siano esposti al rischio di seri danni all’udito per colpa del troppo rumore, e da questo punto di vista hanno un peso non indifferente abitudini quali l’utilizzo massivo di smarphone, cuffie e altri dispositivi, senza dimenticare l’abitudine a frequentare discoteche, bar e altri luoghi in cui c’è musica ad alto volume.

Oltre al problema del rumore, gli smartphone sono considerati una potenziale minaccia in quanto creano una sorta di sovraccarico cerebrale: come sottolinea il Dott. Malvezzi, infatti, l’abitudine ad avere le cuffie nelle orecchie e gli occhi fissi su un cellulare o su un altro dispositivo potrebbe rivelarsi molto pericolosa, soprattutto laddove si sia in strada.

Questo eccesso di attenzione rivolto all’oggetto tecnologico potrebbe comportare, infatti, una sorta di sordità temporanea e non intenzionale, la quale potrebbe dunque implicare, ad esempio, la mancata percezione dell’arrivo di un’auto.

L’esposizione costante al rumore può certamente favorire, nel lungo periodo, l’insorgere di presbiacusia senile, ovvero perdita di udito legata a invecchiamento.

Va detto che non è soltanto il rumore a influire da questo punto di vista: come sottolinea il Dott. Malvezzi, infatti, in tal senso hanno un peso tutt’altro che irrilevante anche patologie di vario genere, nonché l’utilizzo di particolari medicinali.

Salute delle orecchie: quali comportamenti evitare

La salute delle nostre orecchie, non c’è dubbio, dipende anche dalle nostre abitudini, e vi sono delle azioni che dovremmo assolutamente mettere da parte per evitare di procurarci dei danni nel lungo periodo.

E allora, che cosa non dovremmo assolutamente fare con le nostre orecchie?

Anzitutto, non bisogna mai utilizzare i coni per la loro pulizia: non solo l’efficacia di questi strumenti è tutt’altro che certa, ma l’eventualità di danneggiare il timpano, purtroppo, non è remota.

L’uso delle cuffie deve essere limitato, e soprattutto in questi casi la musica non deve mai essere ascoltata ad alto volume: in questo modo vi è il concreto rischio di danneggiare il proprio apparato uditivo nel lungo periodo.

Anche mettere le dita nell’orecchio è un’abitudine che va evitata: le dita possono essere utilizzate giusto per la pulizia più esterna dell’orecchio ma inserendole in modo più interno c’è rischio di procurarsi dei piccoli tagli o di spingere il cerume, rendendone più difficoltosa la rimozione.

Vanno assolutamente evitati comportamenti “scellerati” come ad esempio farsi i buchi da soli, oppure utilizzare sulle orecchie tappi di penna o altri oggetti che potrebbero certamente causare infezioni o danni alla pelle.

Nel caso in cui si riscontrassero delle anomalie nel proprio udito, ovvero ad esempio dei dolori o una sensazione di udire con maggiore difficoltà, sarebbe ovviamente un grosso errore quello di non consultare un medico.

Il silenzio può essere molto utile ai bambini: ecco perché

Il silenzio è un prezioso amico dei bambini: è questo ciò che è emerso da una ricerca pubblicata su Child Development e condotta dall’Università del Wisconsin-Madison.

Lo studio in questione ha sostanzialmente riguardato la capacità dei bambini di apprendere delle nuove parole, ed è stato dimostrato che i bambini esposti più raramente a rumori e fonti di inquinamento acustico sono molto più avvantaggiati da questo punto di vista.

Per inquinamento acustico si intende, in questi casi, qualsiasi cosa che in ambito domestico può rappresentare un disturbo sonoro, ovvero ad esempio una TV accesa, una radio, senza trascurare il rumore di smartphone e tablet, tutt’altro che trascurabile.

I bambini che non sono esposti con frequenza a questi rumori, e che hanno quindi modo di ascoltare i discorsi degli adulti in modo più nitido, riescono molto più semplicemente ad aggiungere nuovi termini al proprio vocabolario, dunque è sicuramente un ottimo suggerimento quello di ridurre al minimo i rumori domestici.

Un’eccezione, da questo punto di vista, è rappresentata dalla musica classica: sottofondi musicali di questo tipo infatti sarebbero molto utili al bambino, e lo stimolerebbero in varie tipologie di attività mentali, quali ad esempio l’esecuzione di calcoli.