Danni all’orecchio hanno risvolti negativi a livello cerebrale: i risultati di una ricercaleggi in 1 min

Un gruppo di ricercatori internazionali ha recentemente presentato il rapporto “Il cervello in ascolto – Lo stretto intreccio fra udito e abilità cognitive”, il quale ha fatto emergere dei dati interessanti.

Un aspetto molto importante che è stato evidenziato è legato al fatto che eventuali danni all’udito comportano un peggioramento ulteriore dell’orecchio nel suo complesso, secondo una sorta di circolo vizioso, ragion per cui eventuali difetti uditivi devono essere contrastati efficacemente e per tempo.

Eventuali danni uditivi possono avere dei risvolti negativi anche nei confronti delle varie attività cerebrali: e questa è un ulteriore ragione per essere fermamente intenzionati a contrastare efficacemente qualsiasi problematica relativa a tale organo.

Sottolineare questo aspetto è molto importante dal momento che in Italia sono tantissime le persone che trascurano i difetti uditivi.

Si può affermare che è sorprendente il modo con cui i difetti uditivi vengono oggi considerati “di secondo piano”: mentre per i difetti della vista l’attenzione è sempre massima, per quelli inerenti l’udito non si può dir lo stesso.

A tal riguardo si può citare un semplice numero: su ben 7 milioni di persone che, in Italia, convivono con dei difetti uditivi, appena 1,8 milioni li contrasta utilizzando apparecchi acustici.

Quanto detto ovviamente ha dei risvolti importanti anche dal punto di vista pediatrico: nei primi anni di età il fatto che l’udito sia impeccabile è davvero importantissimo, anche per quel che riguarda la socializzazione primaria e lo sviluppo delle capacità cognitive, di conseguenza ciò che è emerso da questi recenti studi deve rappresentare uno stimolo a controllare in modo minuzioso la condizione uditiva dei bambini anche laddove non manifestino sintomi particolari.