Ipoacusia improvvisa: cos’è? A cosa può essere dovuta? Come si può curare?leggi in 2 min

Si parla di ipoacusia improvvisa quando un soggetto è interessato da un calo uditivo particolarmente brusco nell’arco di breve tempo, nello specifico quando l’esame audiometrico tonale rileva un calo uditivo superiore a 30 dB nell’arco di 3 giorni.

Nella grande maggioranza dei casi l’ipoacusia improvvisa è legata all’insorgere del cosiddetto tappo di cerume, condizione che fortunatamente non è da ritenersi preoccupante, tuttavia potrebbe essere anche correlata a danni uditivi.

Tra le possibili cause di ipoacusia improvvisa rientrano anche infezioni virali, disturbi circolatori, disturbi immunologici.

Un esame audiometrico tonale può essere utile per evidenziare l’effettiva presenza di una condizione di ipoacusia e soprattutto per determinarne l’entità, ovviamente non possono che essere utili degli accertamenti medici per verificare la presenza di eventuali aspetti patologici che hanno implicato l’insorgere della condizione di ipoacusia.

Anche l’esame impedenzometrico può essere molto utile per determinare l’effettiva presenza di un’ipoacusia improvvisa, oltre che la sua gravità.

L’ipoacusia improvvisa si verifica in un numero di casi ridotto, ma non trascurabile, ovvero dai 5 ai 20 casi annui su 100.000 abitanti.

Vi sono concrete possibilità, tuttavia, che la cifra in questione sia sottostimata: può accadere infatti che alcuni casi meno gravi non vengano presentati ad uno specialista, e questo è ovviamente un errore da non commettere.

Dal momento che l’ipoacusia improvvisa può essere dovuta, come visto, ad una molteplicità di aspetti, anche le terapie possono essere molto varie.

Da questo punto di vista non esiste dunque un protocollo che può essere considerato valido in tutti i casi: è fondamentale che la persona si sottoponga a specifici accertamenti e che i professionisti suggeriscano un percorso terapeutico mirato.

In alcune occasioni vengono effettuati dei trattamenti basati sulla cosiddetta terapia iperbarica, in altre circostanze vengono prescritti dei farmaci vasodilatatori al fine di accentuare la quantità di sangue che accede alla coclea, in altri casi si prescrivono invece dei farmaci reologici o cortisonici.

Dei diuretici, inoltre, possono essere prescritti nel caso in cui la patologia sia dovuta a un aumento della pressione endo-linfatica.