Ipoacusia infantile: quali sono i possibili campanelli d’allarme?leggi in 2 min

I disturbi di ipoacusia infantile meritano senza dubbio di essere considerati con massima accortezza, affinché si possano intraprendere per tempo delle adeguate cure mediche.

Le capacità uditive del bambino si sviluppano in modo importante nei primi mesi di vita: è assolutamente normale, ad esempio, che i neonati sussultino a seguito di un rumore forte, nei primi 3-4 mesi il piccolo ha un udito più sviluppato e riconosce la voce del genitore, a 6 mesi di vita, invece, il bambino comincia a ridere e ad emettere dei semplici suoni.

A circa un anno di età, invece, i bambini iniziano a pronunciare le parole più semplici, come ad esempio “mamma”, “papà”, “biberon” o altro ancora.

Non bisogna mai dimenticare che i bambini devono essere sottoposti ad un apposito screening ospedaliero per controllare l’udito, nei tempi che verranno specificati dai pediatri, ad ogni modo i genitori devono prestare grande attenzione a eventuali campanelli d’allarme.

Dei possibili segni di difetti uditivi possono essere ad esempio delle difficoltà, da parte del bambino, di concentrarsi nei contesti in cui sono presenti più persone, delle mancate risposte, o comunque degli atteggiamenti in cui i bambini sembrano non aver notato di essere stati interpellati.

Un possibile campanello d’allarme è inoltre rappresentato dal fatto che il bambino manifesti una sensazione di disagio legata al fatto di non capire da dove proviene il suono, oppure il fatto che il bambino sia molto indietro rispetto ai coetanei nella sua capacità di parlare.

Bisogna essere attenti anche nel caso in cui il bambino non riesca a percepire suoni piuttosto tenui, allo stesso modo anche eventuali difficoltà scolastiche non devono essere sottovalutate.

Il bambino che ha delle difficoltà uditive, spesso, tende a mostrarsi triste, eccessivamente chiuso in se stesso, oppure all’opposto molto aggressivo e protagonista di episodi di rabbia.

Il bambino con difficoltà di udito, inoltre, spesso tende ad esser stanco, dato che per lui il semplice ascolto di voci e suoni richiede uno sforzo maggiore rispetto a quello degli altri bimbi.

Anche casi di cattiva condotta a scuola possono essere legati a dei disturbi uditivi, dunque al senso di frustrazione che il bambino avverte per il fatto di non riuscire a sentir bene.

È davvero poco probabile che un bambino comunichi ai genitori di avere dei difetti uditivi, anche perché non può conoscere qual è, da questo punto di vista, la soglia della “normalità”, alla luce di questo è quindi importantissimo che i genitori non trascurino alcun aspetto da questo punto di vista.