Alcuni farmaci causano problemi all'udito

L’ototossicità dei farmaci: i medicinali che fanno male all’uditoleggi in 3 min

Che cosa si intende per ototossicità da farmaci

Per ototossicità si intende un effetto indesiderato derivante dall’impiego di alcuni principi farmacologici, in grado di provocare danni reversibili o irreversibili all’apparato auricolare.

A seconda della parte colpita, i sintomi che ne derivano sono differenti così come diversa è la loro gravità, che, in alcuni casi, può arrivare anche alla perdita definitiva dell’udito.

Gli effetti avversi riguardanti la coclea di solito causano disturbi neurosensitivi responsabili di fenomeni di ipoacusia progressiva, spesso preceduti dall’insorgenza di acufeni e di episodi vertiginosi.
I danni all’apparato vestibolare si manifestano invece con alterazioni dell’equilibrio, accompagnate da capogiri e instabilità posturale.

Il meccanismo d’azione secondo cui un farmaco risulta tossico per l’orecchio dipende da vari fattori, comprendenti il dosaggio e la durata della terapia, il tipo di somministrazione e l’assunzione contemporanea con altri medicinali.

Inoltre esso è strettamente collegato alla reattività individuale e alla predisposizione genetica del soggetto, oltre che alla presenza di patologie croniche a carico dell’apparato urinario, come l’insufficienza renale.

Quali tipi di farmaci causano ototossicità

Le principali classi di farmaci che provocano ototossicità sono:
– antibiotici aminoglicosidici;
– antibiotici macrolidi;
– antibiotici glicopeptidici;
– fluorosamide (diuretico);
– acido acetilsalicilico;
– antinfiammatori di tipo FANS;
– chinino e clorachina (antimalarici);
– antitumorali a base di cis-platino.

Tra i vari medicinali ototossici, quelli maggiormente utilizzati sono gli antibiotici, i cui effetti avversi vengono potenziati dall’assunzione concomitante con diuretici, quando la terapia ha una durata superiore a 14 giorni, oppure in caso di insufficienza renale.

I chemioterapici a base di platino sotto forma di cis-platino, carbo-platino o oxi-platino, si comportano da potenti agenti ototossici dato che provocano una diminuzione dell’udito permanente e profonda, che può manifestarsi già dopo i primi giorni di terapia, per poi proseguire anche per mesi.

Trattandosi di un’alterazione a carico del nervo acustico, che subisce una progressiva degenerazione neuronale, la perdita dell’udito è irreversibile.

In altri casi, come in seguito all’assunzione di diuretici o antimalarici, l’ipoacusia generalmente è transitoria, e soltanto quando la tossicità deriva da un prolungato periodo di terapia, può innescare danni permanenti.

Dal punto di vista patologico, le conseguenze dell’ototossicità da farmaci possono interessare fenomeni degenerativi a livello centrale (nuclei vestibolari e cocleari) oppure periferico (degenerazione dei neuroni sensitivi dell’organo del Corti e delle creste ampollari).

Di solito la patogenesi di queste lesioni deriva da alterazioni biochimiche che i farmaci, assunti per lungo tempo oppure a dosaggi elevati, provocano sull’endolinfa dell’apparato uditivo, con successiva degenerazione della trasmissione nervosa.

Quali sono le terapie e le precauzioni in caso di ototossicità

Le terapie che vengono attuate per contrastare i fenomeni di ototossicità da farmaci consistono di solito nella sospensione del medicinale che ha provocato l’insorgenza del disturbo.

Se tale sospensione non è possibile in quanto il medicinale risulta appartenente alla categoria dei salvavita, è opportuno modularne il dosaggio, valutando attentamente il rapporto rischio/beneficio.

Tutti i farmaci ototossici non devono essere assunti in caso di perforazione della membrana timpanica, per evitare un peggioramento della situazione, soprattutto se somministrati per uso topico.

Una precauzione fondamentale da attuare in caso di disturbi derivanti da tossicità da farmaci è quella di limitarne l’impiego in gravidanza, nella terza età, in pazienti debilitati oppure in soggetti ipoudenti.

Dato che spesso le lesioni cocleari sono asintomatiche, è consigliabile effettuare un esame audiometrico durante l’impiego di farmaci ototossici.

Al contrario, le lesioni dell’apparato vestibolare che comportano evidenti sintomi, come nausea, vomito, capogiri e disturbi posturali dovuti a modificazioni dell’equilibrio, sono facilmente identificabili.

La migliore forma di prevenzione nei confronti dell’ototossicità da farmaci consiste in un impiego attento e mirato alle specifiche esigenze, completato da controlli periodici della funzionalità renale.

Rivolgiti sempre ai medici professionisti per un consulto adeguato. Per un controllo dell’udito e per dubbi puoi rivolgerti anche ai nostri audiologi: contattaci.