Ringxiety: la sindrome dello squillo fantasmaleggi in 2 min

È definita con il termine Ringxiety quella che potrebbe essere definita “sindrome dello squillo fantasma”, una particolare condizione di ansia quantomai tipica dei tempi moderni che riguarda un numero di persone piuttosto importante.

Ma di che cosa si tratta esattamente?

Ringxiety si manifesta tramite l’impulso a voler controllare costantemente il proprio cellulare per verificare se sono presenti delle notifiche, che si tratti di una chiamata non risposta, di un SMS, di un messaggio su un Social Network o su una delle diffuse App di messaggistica istantanea, quale WhatsApp.

La diffusione di applicazioni di messaggistica e di Social Network di tipo Mobile si è accentuata notevolmente negli ultimi anni, e ciò può rappresentare una spinta ulteriore all’insorgere di questo particolare manifestazione comportamentale.

Gli esperti del settore sono convinti che si tratti di un vero e proprio aspetto patologico, un comportamento che cela delle problematiche psicologiche che possono anche essere piuttosto complesse.

Nello specifico, gli psicologi individuano principalmente due possibili cause a Ringxiety: da un lato vi sono aspetti fisici, dall’altra aspetti prettamente psicologici.

Per quel che riguarda gli aspetti fisici, l’insorgere di Ringxiety è legato al fatto che l’organismo umano è oggi sottoposto ad una quantità eccessiva e innaturale di stimoli, ovvero appunto squilli telefonici, vibrazioni del cellulare, rumori delle notifiche delle App e dei Social Network… stimoli che nel lungo termine possono favorire l’insorgere di un’ansia.

Anche sul piano prettamente psicologico vi possono certamente essere delle cause alla base di Ringxiety: le persone interessate da questo disturbo, infatti, assai spesso sono molto insicure nella gestione dei rapporti interpersonali, e hanno problemi di autostima o di eccessivo narcisismo.

Allo stesso tempo, queste persone possono avere un profilo psicologico per il quale sentono di dover avere sempre tutto sotto controllo, ragion per cui appunto controllano compulsivamente il loro telefonino, atteggiamento che nella grande maggioranza dei casi, come detto, può essere messo in relazione ad una profonda insicurezza.

Quanto appena detto, ovviamente, deve fungere da monito per chi fa un utilizzo eccessivo del cellulare per comunicare con gli altri: il rischio che l’utilizzo di tali dispositivi tecnologici degeneri in queste forme ansiose è tutt’altro che remoto, di conseguenza se ci si rende conto di avere un rapporto compulsivo con il proprio smartphone è bene avere l’accortezza di limitarsi, e se ci si accorge che la situazione è particolarmente grave non bisogna aver remore nel rivolgersi ad uno specialista.