Scegliere cosa ascoltare: il prezioso ruolo della mielinaleggi in 1 min

Psicologi e neuroscienziati della Carnegie Mellon University, dell’University College of London e dell’University of London hanno condotto un’interessante ricerca sulla cosiddetta attenzione selettiva, ovvero sulla capacità del cervello di scegliere quali stimoli privilegiare nel momento in cui ne pervengano diversi contemporaneamente.

I risultati di questo studio sono stati pubblicati su un’autorevole rivista quale The Journal of Neuroscience, e potrebbero spalancare degli orizzonti interessanti per quel che riguarda lo sviluppo di nuove strategie finalizzate al contrasto dei deficit dell’attenzione uditiva selettiva che si possono verificare a seguito di un ictus, una commozione cerebrale o altre condizioni patologiche, nonché legate al semplice invecchiamento.

Nello studio in questione sono state sottoposte a risonanza magnetica 8 persone prive di problemi neurologici, ed è stato chiesto loro di prestare attenzione sia ai toni alti che a quelli bassi.

Frederic K. Ha così definito con precisione le mappe tonotopiche, le quali rappresentano i livelli di attivazione delle diverse aree della corteccia cerebrale in funzione della frequenza udita.

Sfruttando una moderna tecnica di Imaging cerebrale, in seguito, è stato controllato se l’attenzione alle diverse frequenze che ha contraddistinto le persone analizzate nello studio potesse esser messa in relazione alla cosiddetta mielinizzazione.

La mielina è una sostanza che avvolge gli assoni dei neuroni, e che dunque favorisce la trasmissione delle informazioni lungo gli assoni stessi.

Lo studio ha messo in evidenza il fatto che aumenti della quantità di mielina sono corrisposti, in molte occasioni, a un aumento della capacità dei neuroni di rispondere alle frequenze in modo selettivo.

Tale scoperta potrebbe rappresentare ben più di un aiuto per individuare nuove soluzioni terapeutiche riguardanti l’attenzione uditiva.