La logopedia e il logopedista

Chi è il logopedista

Il termine “logopedia” deriva dal greco “logos” (parola) e “paideia” (educazione) ed è una disciplina sanitaria che si occupa della prevenzione, della valutazione e della riabilitazione dei disturbi del linguaggio, della voce, della deglutizione e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica.

Il logopedista pertanto è “l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, svolge la propria attività nella prevenzione e nel trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio, della comunicazione e delle turbe associate in età evolutiva, adulta e geriatrica” (DM 742 del 1994).

Di cosa si occupa il logopedista

Le funzioni del logopedista sono ampie, riconducibili ai seguiti problemi:

  • Disfonia (alterazione della voce);
  • Balbuzie (disturbi della fluenza);
  • Disartria (difficoltà ad articolare la parola per un problema legato all’incapacità di controllare i muscoli coinvolti nella produzione dei suoni linguistici);
  • Disfagia (disturbi della deglutizione e/o dell’alimentazione);
  • Deglutizione deviante (non passaggio dalla deglutizione infantile alla deglutizione di tipo adulto);
  • Disturbi di comunicazione dovuti a ipoacusia e sordità;
  • DSA – Disturbi specifici di apprendimento (dislessia, discalculia, disgrafia, disortografia);
  • DSL – Disturbi Specifici del Linguaggio (deficit recettivi e/o espressivi dello sviluppo del linguaggio nelle sue diverse componenti: articolatorio, fonologico, morfosintattico, lessicale, pragmatico);
  • Ritardo di linguaggio (parlatori tardivi, 2-3 anni);
  • Difficoltà di comunicazione o di linguaggio secondarie a ritardo cognitivo (es. Sindrome di Down) o acquisite in età evolutiva o demenziali (es. Alzheimer);
  • Difficoltà di comunicazione e linguaggio nelle persone con autismo;
  • Afasia (disturbo del linguaggio insorto dopo una lesione cerebrale che comprende la capacità di produzione e/o comprensione);
  • Disturbi del linguaggio, della comunicazione e della deglutizione nelle gravi cerebrolesioni acquisite (GCA).

Il logopedista e i disturbi dell’udito

I disturbi dell’udito possono interessare sia l’età evolutiva che l’età adulta e la terza età.

Logopedia per il bambino

Nell’età evolutiva il compito del logopedista è quello di accompagnare il bambino e la sua famiglia in un percorso di rieducazione con l’obiettivo di fornire al soggetto tutte le possibili abilità comunicative. La prevalenza della sordità pre-linguale si attesta attorno all’1/1000 dei bambini nati e rappresenta la forma più grave in quanto impedisce al bambino di sviluppare naturalmente il linguaggio verbale, condizionandone lo sviluppo globale e l’inserimento sociale.

I bambini sordi pre-linguali se non diagnosticati, trattati e riabilitati precocemente presentano infatti mancata acquisizione spontanea del linguaggio verbale, povertà di conoscenze, difficoltà scolastiche e difficoltà comportamentali e sociali. Anche la forma post-linguale incide nei rapporti interindividuali, determina difficoltà scolastiche e lavorative, limitazioni nelle abitudini socioculturali e modificazioni del tono dell’umore e del comportamento.

Logopedia per adulti e anziani

Nell’età adulta, il logopedista tratta tutte le problematiche legate all’udito: pazienti con sordità acquisita per varie cause (improvvisa, da rumore, ecc); pazienti presbiacusici in cui progressivamente si riduce l’abilità uditiva. In tutte queste situazioni, il compito del logopedista è quello di accompagnare il paziente in un percorso rieducativo che lo porti a migliorare la competenza comunicativa con un miglior sfruttamento delle abilità uditive e comunicative in genere.

Nel soggetto anziano, la presbiacusia è un processo che avviene lentamente in modo graduale e progressivo: l’udito si indebolisce perché si assiste a un invecchiamento di molti settori dell’apparato uditivo (dall’ispessimento della membrana timpanica alla riduzione delle cellule ciliate della coclea fino ad un impoverimento di neuroni nelle aree cerebrali) con una riduzione della capacità di percepire soprattutto i suoni ad alta frequenza. Questo deficit è responsabile di un lento e graduale isolamento della persona con conseguente deprivazione neurosensoriale.

Riabilitazione logopedica nell’adulto protesizzato

Per un percorso logopedico efficace sono indispensabili la valutazione quali-quantitativa delle abilità comunicative e linguistiche, con particolare attenzione al canale uditivo-verbale e un piano rieducativo condiviso con il paziente e altri operatori sanitari (ORL, medico di base, audioprotesista, ecc.).

Indispensabile è l’attività di counselling al paziente e alla famiglia. Questa importante fase riguarda le informazioni sullo stato della perdita uditiva definendo la differenza tra sentire e capire, la difficoltà di definire suoni acuti o gravi, le voci dei bambini oppure le voci femminili. Si cerca inoltre di far comprendere ai famigliari l’entità della perdita di udito e le difficoltà di un ipoacusico.
Occorre rendere più consapevoli il partner e i figli delle difficoltà che il paziente affronta durante la comunicazione con altre persone. Il paziente e la loro famiglia vengono messi al corrente della possibilità di miglioramento offerta dall’utilizzo degli apparecchi acustici. Se si hanno aspettative realistiche, è più facile adattarsi all’apparecchio acustico.

Tornare a sentire e ascoltare con l’aiuto della logopedia

Noi di Progetto Udire e, in particolare, la nostra logopedista Anna Fantone, seguiamo passo per passo la riabilitazione logopedica dei nostri pazienti. Forniamo, sicuri di poter contare sulla collaborazione di tutti gli specialisti, molte strategie di ascolto per migliorare la comunicazione. Queste comprendono, per esempio:

  • imparare ad ascoltare di nuovo. Quando utilizzerai per la prima volta un apparecchio acustico, il mondo sarà di nuovo pieno di suoni di cui ti eri scordato l’esistenza. Passerai da un mondo di silenzio o di suoni “ovattati” a uno “normalmente rumoroso”. Attraverso la formazione e la pratica, con la guida della Dottoressa Fantone, riuscirai ad acquisire nuove abitudini all’ascolto dei suoni dell’ambiente.
  • utilizzare dispositivi di aiuto. Ci sono molti dispositivi, associabili agli apparecchi acustici, che possono aiutarti a sentire in situazioni “difficili”. Ad esempio gli accessori opzionali wireless con tecnologia Bluetooth (adattatore telefono e TV) Personal Systems FM da utilizzare durante lezioni, riunioni, cene, ecc. Questi dispositivi possono oggettivamente migliorare la vita sociale, familiare e lavorativa.
  • imparare a comunicare in modo assertivo per diventare un comunicatore efficace, migliorando il livello generale di apprendimento.

Progetto Udire sarà al tuo fianco per riprendere ad “ascoltare” e a vivere la vita come più ti piace, non aspettare che la situazione peggiori