Ipoacusia: nella sola UE “costa” 178 miliardi di euro annuileggi in 1 min

L’ipoacusia, ovvero l’indebolimento dell’udito dovuto alle cause più svariate, comporta dei costi davvero molto elevati alla collettività laddove non venga trattata a dovere.

I difetti uditivi continuano ad essere sorprendentemente sottovalutati: le visite di controllo periodiche relative all’udito sono molto meno frequenti rispetto a quelle che riguardano, ad esempio, la vista, allo stesso tempo è molto grave che persone che convivono con difetti uditivi li trascurino, ignorando la possibilità di potervi porre rimedio.

Quello dell’ipoacusia non trattata è dunque un problema piuttosto frequente, e a tal riguardo è ancora oggi importantissimo sensibilizzare la gente al controllo costante dell’udito e alla cura tempestiva di eventuali difetti.

In vista della Giornata Mondiale dell’Udito, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato quelli che possono essere i costi di questo problema di salute a carico della collettività, e si parla di cifre a dir poco altisonanti.

Nella sola Italia l’ipoacusia non curata comporta una spesa pari a 21 miliardi di euro annui, mentre nell’intera UE 178 miliardi di euro ogni anno.

D’altronde, quanto di negativo può causare l’ipoacusia è davvero notevole: questa condizione uditiva può portare la persona ad isolarsi e a maturare una condizione di depressione, può renderla meno efficiente sul lavoro, può demotivarla nella ricerca di un’occupazione, e per quanto riguarda l’età adolescenziale può comportare delle difficoltà di apprendimento, rese ancor più gravi dal fatto che i compagni di classe riescono a procedere con un ritmo più rapido.

Carlo Antonio Leone, presidente della Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale, ha rimarcato come l’udito abbia un ruolo importantissimo nella vita di una persona, di conseguenza difetti di questo tipo possono senz’altro avere innumerevoli risvolti negativi, sia per la stessa vita della persona che per la collettività, in termini di costi.