Spiegare l’ipoacusia ai bambini: consigli per i nonnileggi in 3 min
La curiosità dei bambini a volte è molto accentuata e può riguardare non solo argomenti comuni. Talvolta i piccoli possono mostrare interesse e perplessità verso ciò che li circonda e che appare come nuovo e inspiegabile. Questo riguarda spesso anche i nonni e può nascere spontanea la domanda sull’apparecchio acustico. Quando si presenta il momento è bene instradare il discorso in modo corretto, in modo da far capire tutto al bambino senza spaventarlo ma renderlo anche consapevole di quanto sia importante la salute.
Problemi acustici e bambini: la strategia basata sul dialogo
La prima cosa che bisogna fare è parlare ai bambini della perdita dell’udito. Non c’è nulla di male nel comunicare ai bambini che si ha un problema di salute, basta utilizzare i termini giusti e adatti a quell’età. Ovviamente non si può parlare di perdita dell’udito ma piuttosto di orecchie che non funzionano più tanto bene. A meno che i bambini non siano abbastanza grandi da poter comprendere meglio il discorso bisogna fare attenzione alla terminologia per non spaventarli.
Se i bambini chiedono “cos’è quell’apparecchio” e non si limitano a comprendere che è un piccolo aiuto per sentire meglio, i nonni possono spiegare loro cose più dettagliate. Se sono abbastanza grandi si può affrontare il discorso dell’ipoacusia quale malattia, evitare di dare una risposta infatti peggiorerà solo le cose e i bambini diventeranno sempre più insistenti. Ovviamente a seconda dell’età si può utilizzare un linguaggio più o meno specifico. È bene chiarire comunque che si tratta di un disturbo che arriva con l’età o se è stato causato da un altro problema, in modo che i nipoti possano anche comprendere come avvengono certe cose.
Si può mostrare l’apparecchio acustico ai bambini, parlando della funzionalità e soprattutto sottolineandone le caratteristiche essenziali. In questo caso la tecnologia può essere molto utile perché i bambini la amano e quindi riescono ad apprezzarne ancora di più il funzionamento. Bisogna anche spiegare loro che gli apparecchi sono individuali e non possono essere condivisi, in modo da evitare che qualcuno di loro possa pensare di provarlo.
Il gioco quale strumento di coinvolgimento ed empatia
Per i bambini più piccoli può essere molto utile ricorrere al gioco per aiutarli a comprendere l’ipoacusia, magari mostrando effettivamente cosa si prova. Una buona idea può essere chiedere loro di tapparsi le orecchie e poi parlare, oppure parlare a bassa voce per far comprendere come sentite realmente. Coinvolgere i bambini è fondamentale, questi hanno il diritto di capire cosa mette in difficoltà i nonni e in questo modo anche aiutarli a stare meglio. È possibile chiedere loro un aiuto, un appoggio: questo li farà certamente sentire importanti e li aiuterà a comprendere l’essenza del problema senza alcun trauma.
Informare per educare alla buona salute
Quando si ha un problema si può cogliere l’occasione per insegnare i principi per una buona e duratura salute. Non bisogna nascondersi, è utile in questo caso che i nipoti capiscano dai nonni quali sono i rischi di avere sempre lo smartphone a volume eccessivo, di alzare al massimo la televisione mentre giocano ai videogiochi oppure di avere le cuffiette nelle orecchie ad un volume eccessivo. Avere una patologia vuol dire avere l’impegno di lanciare agli altri, soprattutto più giovani, dei segnali. Il discorso va fatto nei toni e nei modi in cui è possibile colloquiare con i bambini, quindi non si deve utilizzare un approccio severo quanto piuttosto di sana e semplice comunicazione, adattando il linguaggio all’età dei nipoti. Bisogna però renderli consapevoli della situazione e fargli capire che la salute è un dono prezioso e va sempre tenuta sotto controllo. In questo modo si stabilisce un legame profondo, fatto di comprensione e di aiuto reciproco.