Bambini e problemi uditivi: un’intervista al Dott. Alberaleggi in 2 min

È cosa nota il fatto che riscontrare per tempo eventuali problematiche uditive nel bambino sia importantissimo, anche perché tali aspetti potrebbero avere dei risvolti negativi sull’apprendimento e sulla socializzazione primaria, di conseguenza si raccomanda sempre caldamente di effettuare tutti i test previsti nei primi mesi di vita del piccolo.

Relativamente a questa delicata questione sono state poste alcune domande al Dott. Roberto Albera, specialista in otorinolaringoiatria, audiologia e foniatria, nonché docente presso l’Università di Torino, il quale ha tracciato una sorta di quadro relativo al nostro paese.

Il Dott. Albera dichiara che nel nostro paese gli screening dell’udito hanno raggiunto un elevato livello di diffusione, e questo è importantissimo, il docente dichiara inoltre che circa un neonato su mille presenta casi di sordità grave da entrambe le orecchie, allo stesso modo un neonato su mille è interessato da sordità grave da un unico orecchio.

L’incidenza di questi problemi non è elevata, anche se ovviamente non può affatto essere trascurata, tuttavia il Dott. Albera rileva che in alcune occasioni le diagnosi eseguite non sono corrette.

Questo, talvolta, è dovuto al fatto che le valutazioni non sono effettuate in modo adeguatamente approfondito, in altre occasioni invece i test sono eseguiti in maniera appropriata, ma l’udito tende a deteriorarsi successivamente per ragioni differenti.

D’altronde in alcuni casi percepire eventuali difficoltà uditive del proprio bambino non è semplice: capita infatti di notare il bambino rispondere in maniera piuttosto efficace agli stimoli esterni, tuttavia le sue risposte sono dovute a un riscontro visivo, piuttosto che uditivo, e questo trae in inganno.

Al Dott. Albera è stato chiesto anche se l’ascolto della musica può essere pericoloso, e il docente dell’ateneo torinese ha confermato come ascoltare musica ad alto volume, soprattutto utilizzando cuffie e auricolari, possa avere dei risvolti molto negativi in tale ottica.

Allo stesso tempo, però, il Dott. Albera smorza gli allarmismi, sostenendo che comunque l’ascolto della musica non debba essere demonizzato, e che con adeguati periodi di riposo acustico si possono evitare senza problemi le complicanze, ovviamente a condizione che il volume non sia eccessivamente elevato.