Contrastare l’acufene tramite la psicoterapia: un’interessante novitàleggi in 1 min

L’acufene è un problema estremamente diffuso, nel mondo proprio come in Italia, e si tratta senz’altro di un qualcosa di molto fastidioso.

L’acufene infatti fa convivere la persona con dei fastidiosi ronzii, oppure con dei fruscii, e si può ben immaginare quanto disagio possa comportare tutto questo.

L’incidenza dell’acufene è tutt’altro che lieve: si stima che in Italia ne sia interessato ben il 15% della popolazione, percentuale che sale al 30% per quanto riguarda la fascia di età over 70.

Questa condizione è spesso sottovalutata, anzi erroneamente non è considerata neppure come una patologia, ed è tutt’altro che rassicurante il fatto che ad oggi non esistano farmaci o terapie specifiche.

Un approccio innovativo e molto interessante relativo alla cura dell’acufene è quello presentato da Corrado Lodigiani, responsabile del centro trombosi e malattie emorragiche presso l’Istituto Clinico Humanitas di Milano.

Partendo dal presupposto che l’acufene si manifesta assai spesso tra i soggetti che manifestano casi di depressione ed analoghi disturbi psicologici, Lodigiani afferma che l’acufene potrebbe non essere una causa dei medesimi, come si è diffusamente portati a credere, ma bensì una conseguenza.

L’intento è dunque quello di riuscire a sconfiggere l’acufene attraverso delle terapie che intervengono sulla psiche, e non si sta parlando delle tradizionali sedute di psicoterapia, quando piuttosto di una serie di esercizi corporei di natura bioenergetica.

Questo particolare approccio è al momento in fase di sperimentazione, e sta riguardando un gruppo di pazienti già in cura presso l’Istituto Humanitas dall’età compresa tra i 30 ed i 60 anni.

Il protocollo si concluderà per la fine dell’anno 2017, e ovviamente l’auspicio è che questo approccio terapeutico possa garantire dei risultati apprezzabili e possa magari rappresentare una svolta nelle opportunità terapeutiche riguardanti l’acufene.