La musica che fa bene all’udito: note e ipoacusialeggi in 4 min
Si parla sempre più spesso di come ascoltare la musica possa incrementare il rischio di sviluppare una perdita di udito, o ipoacusia. Questo però vale solamente quando si sceglie di apprezzare le note nel modo sbagliato, per esempio a volume troppo alto e utilizzando per troppo tempo gli auricolari.
Invece la musica può aiutare l’udito e farci diventare ascoltatori migliori.
Perché la musica aiuta ad ascoltare meglio
Occorre fare subito una distinzione tra “sentire” e “ascoltare”. Si potrebbe dire che l’udito è un senso, essenzialmente, passivo. Non avviene infatti nessuno sforzo: anche se non ci si concentra, i suoni si sentono comunque, senza prestare particolare attenzione. È proprio qui che è importante una precisazione: sentire non implica partecipazione, mentre l’ascolto è un’attività che richiede un coinvolgimento attivo, attenzione e impegno. L’ascolto attivo è intenzionale e i suoni vengono elaborati dal cervello che ne rende consapevoli.
Avere un “buon orecchio” si riferisce all’abilità di sentire in modo accurato, ascoltando i dettagli quali timbro e altezza, e comprendere quello che si sente, che include il significato. Ma cosa c’entra l’udito con la musica? Diverse ricerche, tra cui una del Montreal Neurological Institute, dimostrano che i musicisti in particolare hanno una caratteristica chiamata attenzione uditiva selettiva: con la concentrazione su un particolare suono, il cervello sviluppa e rafforza gli schemi cerebrali associati a quell’attività. La formazione musicale può migliorare l’elaborazione del suono da parte del cervello, compreso il parlato, il che può essere un vantaggio per l’udito e la comunicazione, in particolare in ambienti rumorosi.
I musicisti sono in grado di rilevare meglio le differenze di tempo e di qualità tonale sia nella musica che nel parlato e anche la loro comprensione della voce in ambienti pieni di suoni e rumori è migliore. Oltre all’udito, mostrano una memoria a breve termine superiore rispetto ai non musicisti e una maggiore capacità di elaborazione audio-visiva, come per esempio la lettura delle labbra. Questi “vantaggi” aiuterebbero anche a compensare l’invecchiamento dell’udito: i musicisti con ipoacusia sono in grado di capire le parole molto meglio dei non musicisti con perdita dell’udito ed età simili.
L’udito, anche grazie agli apparecchi acustici, consente di apprezzare ogni nota
La musica per allenare il cervello e l’udito
Ascoltare la musica non solo dà l’energia giusta o ci fa rilassare quando siamo stressati. Suscita emozioni e ci coinvolge e accompagna nello scandire giornate frenetiche o tranquille, diventando una vera e propria colonna sonora. Il susseguirsi di note studiate per diventare una perfetta melodia può fare molto di più, non solo per l’anima, ma anche per il corpo.
L’ascolto della musica può aiutare a rilassare il cervello e a rafforzare il pensiero creativo, ma suonare uno strumento musicale contribuisce in modo ancora più significativo alla salute mentale e dell’udito. Il cervello apprende attraverso la ripetizione, e suonare uno strumento richiede una pratica continua che vede sempre lo stesso schema. Si tratta di un’attività particolarmente utile con l’avanzare dell’età, che consente di mantenersi attivi e concentrati.
Allo stesso modo anche il canto può avere un impatto significativo sull’udito e la capacità di comunicare. Cantare rafforza l’attenzione e l’ascolto, soprattutto nel caso di canto corale. I cantanti dimostrano la capacità di distinguere al meglio le tipologie di suono e si ritiene che la pratica nel canto possa migliorare la percezione dell’intonazione, aiutando l’udito delle persone con ipoacusia.
Imparare a suonare uno strumento musicale, a qualsiasi età, aiuta a sviluppare un udito migliore
Esercizi per l’udito e il cervello con la musica
Ascoltare musica, suonare uno strumento, cantare da soli o in gruppo può favorire la salute dell’udito e ritardare l’insorgere della perdita uditiva legata all’età. Non solo, ma il coinvolgimento nella musica, a qualsiasi livello, è sicuramente uno stimolo sociale che rende felici. Anche in caso di ipoacusia e se si indossano gli apparecchi acustici, la musica è un’alleata per mantenere allenati udito e cervello.
Tra gli esercizi consigliati quello di provare a distinguere i diversi suoni dell’ambiente circostante, cercando di capire le tonalità più alte e quelle più basse. È molto utile provare a concentrarsi su un suono in particolare, per esempio in ambienti rumorosi, cercando di capire cosa dicono alcune persone. Con la musica è efficace distinguere quale tipo di strumento viene suonato. Anche individuare la provenienza dei suoni è un allenamento utile. Inoltre, tenere in esercizio l’orecchio con l’ascolto di diversi generi musicali aumenta la comprensione delle tonalità e delle note, e quindi la concentrazione.
Alcune ricerche suggeriscono che combinare l’allenamento cerebrale con gli apparecchi acustici consente di trarre maggiori benefici da questi ultimi per capire le voci negli ambienti rumorosi. Che si canti, si suoni o semplicemente si ascolti, la musica è un’attività che fornisce forti stimoli per il corpo e la mente. Oltre a essere divertente ha potenziali benefici ed è utile per l’allenamento del cervello. Sviluppando un orecchio “musicale”, infatti, si allena l’udito ad ascoltare tutti i suoni, compreso il parlato.
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