Perdita d’udito e comportamento del cervello: gli interessanti risultati di uno studioleggi in 2 min
Un team di ricercatori del Colorado è giunto ad una conclusione molto interessante al termine di uno specifico studio: quando una persona perde l’udito, infatti, la porzione di cervello adibita all’elaborazione dei suoni si “ricicla”, rendendosi utile all’organismo in altro modo.
Questo fenomeno non avverrebbe esclusivamente in caso di perdita di udito totale, ma anche laddove le capacità uditive diminuiscano in modo sensibile.
Secondo Anu Sharma, la dottoressa che ha guidato il team, questo fenomeno potrebbe influire sull’efficacia degli impianti cocleari, in quanto tali apparecchi agiscono sostanzialmente “saltando” le parti dell’orecchio danneggiate al fine di stimolare direttamente il nervo acustico.
La persona che soffre di cali uditivi, dunque, dovrebbe essere protetta dalla “riorganizzazione” corticale fin dai primi periodi di manifestazione del problema, alla luce di quanto detto non desta stupore il fatto che, secondo Anu Sharma, i bambini nati sordi e non curati in modo tempestivo vanno incontro a gravi difficoltà.
A tal riguardo Enrico Fagnani, Professore che dirige l’Unità operativa di Audiologia della Fondazione Policlinico di Milano, sottolinea come l’udito sia ancor più che la vista il principale “ingresso sensoriale” del mondo esterno, per tale motivo necessita di essere curato sempre con la massima attenzione.
Fagnani sottolinea anche che gli apparecchi acustici rappresentano una vera e propria terapia riabilitativa: essi infatti non servono semplicemente “a far sentire”, ma sono utili anche contro la già menzionata riorganizzazione del cervello, in sostanza aiutano anche a comprendere che cosa si è ascoltato.
Alla luce di questo, dunque, sarebbe assolutamente il caso di smettere di credere che tali dispositivi, come ad esempio il classici “cornetti” acustici, siano visti come una sorta di “tabù”.
Indossare degli occhiali per correggere difetti visivi è una cosa estremamente comune e, proprio per questo, considerata del tutto normale, stranamente non si può dir lo stesso per i dispositivi acustici, che spesso vengono utilizzati con grande imbarazzo.