L'equilibrio dipende dal sistema vestibolare, di cui fa parte l'orecchio interno

Quando l’equilibrio dipende dall’udito: le vertiginileggi in 4 min

Anche se il ritmo frenetico che scandisce le nostre giornate e accompagna ogni nostro singolo movimento non permette di apprezzare appieno il dono dell’equilibrio, è giusto ricordare che azioni come il semplice stare in piedi, o camminare e correre sono il risultato dell’interazione di diversi impulsi derivanti da diversi organi, il tutto raccolto ed elaborato dal cervello.

Il sistema vestibolare e l’equilibrio

L’equilibrio, ossia la capacità di muoversi in maniera controllata e alla velocità desiderata, è il prodotto della combinazione di diversi output sensoriali, quali la vista, l’udito, il sistema muscolare e articolare.
L’insieme di questi organi viene definito “sistema vestibolare”, e sebbene il nostro corpo sia generalmente in grado di controbilanciare eventuali disarmonie temporanee, nel caso di questo delicato sistema anche solo una leggera disfunzione di uno degli organi interessati può condurre un individuo a vivere seri problemi con la gestione del proprio equilibrio.
Da un lato appare chiaro che problematiche legate all’apparato muscolo scheletrico possano comportare difficoltà nella deambulazione a causa di un ridotto o addirittura mancante sostegno fisico, e pertanto bisogna porre in essere quanto prima possibile un percorso di riabilitazione fisica per recuperare la propria autonomia mobile.
Per quanto concerne la vista, invece, si tratta di un indicatore fondamentale della percezione del proprio corpo in relazione allo spazio in cui si trova. Ogni movimento oculare fornisce infatti innumerevoli informazioni riguardo alla postura da assumere per poter compiere qualsivoglia azione meccanica, a partire dalla contrazione muscolare riguardante la testa stessa.
Ma per quanto riguarda l’udito, come può quest’ultimo influire sul senso dell’equilibrio?

L’udito e il movimento: una questione di equilibrio

Dopo l’apparato muscolo scheletrico e la vista, l’udito è il terzo componente cardine del sistema vestibolare. Terzo ma non meno importante poiché, a differenza degli altri due sistemi propriopercettivi, l’udito è l’unico percettore in grado di comunicare valori utili riferiti alla collocazione nello spazio del proprio corpo anche se ci si trova in una condizione in cui si è privi di stimoli luminosi e fisici.
Questa capacità scaturisce dalla conformazione dell’orecchio interno che, composto da tre anelli chiamati Canali Semicircolari, è fonte di tre tipologie di informazioni relative all’equilibrio dell’individuo: il primo canale rileva il movimento dall’alto verso il basso e viceversa, il secondo rileva i movimenti da lato a lato, mentre il terzo registra le variazioni vestibolari relative all’inclinazione del corpo.
Ognuno dei tre canali è caratterizzato dalla presenza di cellule cigliate e liquido al proprio interno: ecco che ogni movimento genererà lo spostamento del fluido che, accarezzando le ciglia, permetterà l’invio di stimoli sensoriali attraverso il nervo acustico. É in questo modo che il cervello acquisisce e utilizza tali informazioni per identificarsi nello spazio e spostarsi di conseguenza nell’area di riferimento.
La presenza dell’orecchio interno è oltremodo essenziale anche in condizione di riposo, poiché comunica in che posizione si trova il capo anche quando non ci si sta muovendo ma si viene spostati passivamente da altri oggetti (come quando ci si trova seduti in macchina o ci si sposta con un ascensore).

L’ipoacusia e le vertigini: quanto l’udito può influire sull’equilibrio

Innanzitutto bisogna specificare che le vertigini sono una condizione di disturbo del senso dell’equilibrio, dove il soggetto colpito sperimenta diverse sensazioni, prime tra tutte la mancanza di stabilità e l’errata percezione della propria posizione nello spazio.
Le cause che possono generare la sintomatologia vertiginosa possono avere nature differenti, e tra le diverse cause l’ipoacusia emerge in una di queste categorie.
L’ipoacusia è un deficit uditivo, e l’individuo che sperimenta questa patologia soffre di un calo della capacità di sentire suoni e parole proferiti ad una distanza più o meno ravvicinata.
La causa dell’ipoacusia trova sede, anatomicamente, nell’infiammazione a carico dell’orecchio interno, ossia proprio dove ha origine la percezione dei valori di spostamento e velocità del corpo umano.
Qualora si dovesse sviluppare un’otite o una labirintite, l’ipoacusia sarebbe pressoché immediata con istantaneo disturbo dell’equilibrio: in tal caso non solo la persona colpita si troverebbe isolata dall’ambiente sonoro nella quale si trova immersa, ma avrebbe anche serie difficoltà a muoversi con sicurezza e stabilità.
Ecco che assicurare la salute del proprio sistema vestibolare e, ancor prima, quella relativa al proprio orecchio interno da un lato si configura come un fattore di protezione ad ampio spettro per quanto riguarda la propria salute generale, mentre dall’altro garantisce sia il pieno controllo della propriopercezione nello spazio sia la totale assimilazione delle informazioni sonore presenti.