Ogni cosa a suo tempo: quanto serve per abituarsi all’apparecchio acustico

Indossare per la prima volta un apparecchio acustico, significa abituarsi ad un nuovo dispositivo e non sempre le prime settimane scorrono tranquille e senza problemi. L’apparecchio acustico può migliorare la qualità della vita, ma come tutte le novità non sempre è facile adattarsi, soprattutto se si tratta di un dispositivo medico che deve essere indossato quotidianamente. Per abituarsi all’apparecchio acustico è importante seguire alcuni consigli e vivere con tranquillità questo particolare periodo di cambiamento. Trascorse le prime settimane di assestamento inizierete sicuramente ad apprezzare la nuova quotidianità.

Serve tempo per abituarsi all’apparecchio acustico

Un vecchio adagio recita “Il tempo cura tutte le ferite” e anche in questo caso questa affermazione è assolutamente vera. Portare l’apparecchio acustico per la prima volta rappresenta un cambiamento notevole nella vita di ogni individuo, non soltanto perché si riusciranno a sentire di nuovo rumori, voci e suoni che prima erano diventati sconosciuti e lontani, ma anche perché portare un dispositivo sull’orecchio rappresenta una novità sia dal punto di vista estetico che funzionale. Per chi vuole abituarsi all’apparecchio acustico il consiglio è di non bruciare le tappe, ma di accettare progressivamente il cambiamento senza ansia e paura. Le nuove sensazioni che si proveranno, con il tempo diventeranno piacevoli e soprattutto anche dal punto di vista estetico, l’apparecchio acustico diventerà elemento integrante del vostro aspetto, senza generare imbarazzo o ansia.

Portare l’apparecchio esclusivamente in ambienti familiari

Per i primi giorni è consigliabile indossare l’apparecchio acustico solo in casa o in ambienti familiari, per abituarsi al suono della propria voce o ai rumori che si percepiscono. Indossare l’apparecchio acustico in luoghi troppo affollati o rumorosi potrebbe infastidirvi o in ogni caso si avrà difficoltà ad individuare con precisione da dove provengono le voci o i suoni. È sempre consigliabile portare regolarmente l’apparecchio acustico, magari durante i primi giorni solo alcune ore e poi con il trascorrere del tempo indossarlo per quasi tutto il giorno.

Cercare di partecipare alle conversazioni

Per poter acquisire consapevolezza e abituarsi all’apparecchio acustico, il primo passo da intraprendere è quello di non isolarvi e di cercare da soli di superare le prime difficoltà, ma chiedete il supporto e l’aiuto di chi vi sta vicino. In particolare, è necessario partecipare alle conversazioni anche con uno o più interlocutori per poter di nuovo acquisire la capacità di ascolto. Questo esercizio è indispensabile per capire quanto sia migliorato il vostro udito o se invece riscontrate dei problemi nel comprendere appieno le conversazioni.

Spegnere l’apparecchio in luoghi troppo rumorosi

Come abbiamo sottolineato in precedenza, è sempre opportuno portare l’apparecchio acustico prima in ambienti familiari e poi iniziare a testarlo anche in altri luoghi, ma se riscontrate un fastidio eccessivo in alcuni spazi troppo affollati o rumorosi è sempre preferibile spegnere il dispositivo. Non preoccupatevi se all’inizio proverete imbarazzo o ansia, è una condizione naturale, con il tempo acquisirete maggiore dimestichezza e sarete in grado di portare l’apparecchio acustico anche in situazioni particolarmente rumorose.

Testare e sperimentare l’apparecchio acustico

Ritrovare nuovamente l’udito è un’esperienza fantastica in grado di migliorare la qualità della vita, quindi nei primi giorni non esitate a testare l’apparecchio acustico, imparerete ad apprezzare suoni e voci che avevate dimenticato. Per iniziare a provare l’apparecchio acustico, partite con l’ascolto della TV o della radio e analizzate come sia migliorato il vostro udito. In seguito, osate ancora di più e svolgete le vostre attività quotidiane (fare la spesa, andare a lavoro, frequentare parchi o luoghi pubblici) con indosso l’apparecchio acustico e registrate ogni nuova esperienza di ascolto.

Contattare l’audioprotesista in caso di problemi

Dopo un primo periodo di adattamento non avrete sicuramente più problemi di ascolto, ance se in rari casi può capitare che i suoni o i rumori possano essere ancora ovattati e indistinti. Nel caso in cui, trascorse alcune settimane, l’ascolto non è migliorato è sempre opportuno rivolgersi all’audioprotesista, che saprà individuare quali sono le problematiche connesse al nuovo apparecchio acustico.

Calo di udito: quando è necessario ricorrere alla protesi acustica

L’udito è, indubbiamente, un senso molto importante che consente di orientarsi all’interno del proprio ambiente ma, soprattutto, di interagire adeguatamente con i vari interlocutori, permettendo in questo modo lo sviluppo e il mantenimento di una buona vita sociale.
Purtroppo, soprattutto con l’avanzare dell’età, questo senso rischia di essere fortemente compromesso e di determinare un sentimento di vergogna e di isolamento che, in molti casi, rischia di degenerare in situazioni di solitudine e, conseguentemente, di depressione.
A riguardo, è sempre consigliato non sottovalutare fastidi legati all’udito o sensazioni, anche saltuarie, di un calo delle capacità uditive: il suggerimento è sicuramente quello di parlarne con il proprio medico curante, che sarà in grado di valutare la situazione con accuratezza e scegliere quale via di cura intraprendere.

Disturbi dell’udito, come riconoscerli e quando ricorrere all’apparecchio acustico

In linea di massima, i disturbi correlati al decadimento dell’udito si sviluppano in maniera progressiva e perciò si ha tutto il tempo di accorgersi del problema e intervenire adeguatamente, evitando che la situazione degeneri.
I primi sintomi sono segnali che, molto spesso, tendono ad essere sottovalutati: alzare il volume della televisione, chiedere alle persone attorno a noi di aumentare il tono della voce, non percepire alcuni suoni sottili correlati alla natura e altri semplici episodi quotidiani.
Oggigiorno, purtroppo, il deficit uditivo viene sottovalutato, in quanto non vi è ancora un’ampia conoscenza della patologia e quindi non si ha la spigliatezza di parlare con il medico o la sensibilità di prestare attenzione ai segnali che il corpo è in grado di mandare a riguardo.
Il più delle volte la mancanza di udito può essere confusa con una scarsa attenzione e proprio per questo si sottovaluta il problema. Ecco perché, appena ci si rende conto che il non sentire in maniera adeguata si protrae per più di qualche giorno, è il caso di rivolgersi al proprio medico di famiglia che potrà offrivi un iniziale consulto e sottoporvi a degli accertamenti atti a verificare il benessere del vostro udito.
Le figure di riferimento sono molteplici e il primo lavoro di orientamento spetta sicuramente al medico di famiglia che, sulla base dei sintomi espressi dal paziente, potrebbe ritenere necessario il consulto da uno specialista in otorinolaringoiatria, quale esperto in materia di malattie di orecchio, gola e naso.
Una volta appurato che, la disfunzione uditiva è correlata ad un calo delle prestazioni del vostro orecchio (e non tanto ad eventuali patologie curabili attraverso cure antibiotiche adatte) sarà possibile valutare, affiancati da personale competente in materia, la tipologia di apparecchio acustico da utilizzare.

Apparecchi acustici: a chi rivolgersi?

In commercio ci sono diversissime tipologie di apparecchi acustici, molti dei quali vengono commercializzati attraverso canali mediatici quali televisione e internet.
Il vivissimo consiglio è quello di evitare questa tipologia di apparecchiatura, partendo dall’assunto che ciò che è adatto da una persona non è necessariamente adatto alle esigenze di tutte le altre. A tal proposito, per il medesimo principio, è sconsigliato ascoltare passivamente i suggerimenti di parenti o amici che stanno già utilizzando un apparecchio acustico, magari pensando che bastino le loro direttive ad individuare il modello che fa per voi.
La scelta più corretta da fare è quella di recarsi in centri specializzati dove, personale competente e qualificato, sarà in grado di leggere la vostra cartella clinica, comprendendo il vostro problema e le vostre necessità. Infatti, solo attraverso un approfondito iter di diagnosi è possibile capire quali sono i limiti correlati al naturale decadimento dell’udito.
Qui, uno specialista in apparecchi acustici, magari avvalendosi del supporto di un audiologo o audioprotesista, sarà in grado di individuare la soluzione più adatta alle specifiche esigenze di correzione dell’udito.

Quale apparecchio acustico scegliere?

Sicuramente, una volta individuato il centro e il professionista specializzato di riferimento, il paziente avrà modo di condividere con lui la soluzione più adatta alle varie necessità.
Va di certo ricordato che ogni persona, in base alla sua soggettività e al suo stile di vita, ha bisogno di apparecchi differenti che devono essere tarati in maniera diversa, in relazione alla sensibilità stessa del paziente oltre che al suo abituale contesto quotidiano.
Sicuramente, il punto di partenza per la scelta dell’apparecchio, è lo stile di vita: chi svolge molte attività all’aria aperta avrà necessità diverse rispetto a colui che passa la maggior parte della sua giornata in casa o al lavoro. Per questo motivo è importante che il paziente e il professionista intessano una relazione di reciproca confidenza e fiducia, atta a individuare l’apparecchio più consono che sia in grado di correggere il disturbo senza interferire con lo svolgimento della normale quotidianità.

Come pulire e prendersi cura dell’apparecchio acustico

Gli apparecchi acustici sono congegni in grado di semplificare notevolmente il quotidiano: grazie ad essi i contatti con il mondo esterno, le conversazioni e i rapporti sociali possono tornare ad essere un autentico piacere. Per far sì che questo piacere si rinnovi nel tempo, è necessario, però, provvedere a una regolare pulizia e manutenzione del proprio apparecchio acustico. Seguendo i consigli riportati qui di seguito, è possibile assicurare al proprio dispositivo una corretta igiene, un normale funzionamento e soprattutto una lunga durata.

Indicazioni generali per la cura dell’apparecchio acustico

Gli apparecchi acustici odierni sono talmente minuscoli da sembrare quasi invisibili, ma in realtà essi racchiudono una sofisticata tecnologia. Per preservarli, allora, è di vitale importanza occuparsene con estrema attenzione. Curare il proprio dispositivo acustico significa, innanzitutto, mettere in atto una serie di accorgimenti, ovvero:

• per operazioni quali pulizia dell’apparecchio, posizionamento e sostituzione delle batterie è bene utilizzare un piano morbido. In questo modo si eviteranno danni al dispositivo qualora dovesse cadere;

prima di pulire il dispositivo, è opportuno lavare e asciugare le mani;

l’apparecchio acustico non è impermeabile, per cui non va indossato in piscina o sotto la doccia;

• prima di indossare l’apparecchio, è buona norma assicurarsi che l’orecchio sia perfettamente asciutto;

l’apparecchio acustico deve essere tenuto al riparo dai raggi solari e da qualsiasi fonte di calore;

il dispositivo acustico non va indossato se si devono effettuare indagini diagnostiche come TAC, risonanza magnetica e radiografie;

è consigliabile togliere l’apparecchio prima di usare prodotti per la cura della persona. Le creme, la lacca per capelli e i cosmetici in polvere possono, infatti, intasare le porte del microfono e inibire il regolatore del volume.

Pulizia dell’apparecchio acustico

Non solo il trucco, ma anche il cerume e il sudore possono creare ostruzioni nell’ingresso del microfono e bloccare il regolatore del volume. Per questo motivo, è importante eseguire una pulizia quotidiana dell’apparecchio. Quest’ultima può essere effettuata in totale autonomia, mentre per un’igiene profonda del dispositivo conviene rivolgersi presso un centro acustico specializzato. Vediamo ora, nel dettaglio, come praticare una corretta pulizia giornaliera delle 2 tipologie di dispositivo acustico: intrauricolare (ITE) e retroauricolare (BTE).

Pulizia di un dispositivo acustico intrauricolare

Per pulire accuratamente un apparecchio acustico intrauricolare occorre:

1) impugnare il dispositivo rivolgendo la sua apertura verso il basso;

2) strofinare il dispositivo con una pezzuola inumidita con spray detergente o con una speciale salvietta pulente (spray detergente e salviette umidificate possono essere reperite in qualsiasi centro acustico);

3) pulire a fondo le fessure del dispositivo e l’ingresso del microfono con una piccola spazzola a setole morbide;

4) eliminare eventuali tracce di sporco presenti sull’apertura dell’apparecchio con l’ausilio di uno spazzolino per la rimozione del cerume;

5) asciugare l’apparecchio con un panno pulito o un fazzoletto di carta.

Pulizia di un dispositivo acustico retroauricolare

Per un’adeguata pulizia di un apparecchio retroauricolare è necessario:

1) rimuovere l’auricolare dal dispositivo;

2) pulire la parte esterna del dispositivo con una salvietta;

3) riempire un bicchiere adatto alla pulizia dell’auricolare con acqua tiepida e immergervi una pastiglia all’ossigeno attivo (anche questi prodotti sono disponibili presso i centri acustici);

4) introdurre l’auricolare nel bicchiere (attraverso un inserto a filtro) e lasciarlo nella soluzione detergente per almeno mezz’ora;

5) tirare fuori dal bicchiere l’inserto a filtro e sciacquare l’auricolare sotto acqua corrente;

6) asciugare l’auricolare con un fazzolettino e rimuovere l’acqua rimasta nel tubicino con una pompetta;

7) ricollegare auricolare e tubicino al dispositivo.

Asciugatura dell’apparecchio acustico

Per impedire che l’umidità e il sudore compromettano il funzionamento del proprio dispositivo acustico è fondamentale assicurare a quest’ultimo una perfetta asciugatura. La migliore soluzione, in tal senso, consiste nell’uso di una “scatola per l’asciugatura“: si tratta di un dispositivo elettronico che, oltre ad asciugare l’apparecchio, ne garantisce una completa disinfezione mediante l’impiego di raggi UV.

Il test dell’udito: in cosa consiste

Un test dell’udito viene definito tale poiché fornisce una misura della sensibilità di una persona attraverso l’intera gamma del parlato. Il test tra l’altro misura il suono più silenzioso che può essere percepito dall’orecchio umano in diversi punti dell’intervallo vocale ed è definito audiogramma.

Quando si prende un appuntamento con dei centri professionali, ad un audiologo bisogna spiegare tutti i problemi che si hanno con l’udito ed esporre anche altri associati alla perdita, come ad esempio l’acufene, ovvero una consapevolezza del suono nelle orecchie o nella testa che non proviene da una fonte esterna. In riferimento a ciò, va precisato che esistono diversi tipi di questi suoni anomali, come ad esempio sibilo, fischio o ronzio ed occasionalmente possono essere segmenti di musica. Il tono può tra l’altro risultare alto o basso e il livello può variare nel tempo. È importante in tal caso parlare apertamente delle diverse situazioni in cui è difficile sentire chiaramente, ad esempio in ambienti rumorosi oppure in gruppi di persone. Dopo questa importante premessa vediamo nel dettaglio cosa succede in un test dell’udito.

Le operazioni preliminari del test dell’udito

L’audiologo che esegue il test dell’udito provvede per prima cosa a verificare se nelle orecchie ci siano blocchi (cera) o qualsiasi altra ragione per cui il test non possa essere eseguito. Inoltre il professionista chiede quando si sono notati dei problemi, se si sono manifestati gradualmente o improvvisamente, se ci sono state infezioni pregresse o lesioni. Tutte queste condizioni possono infatti causare problemi di udito. Dopo aver espletato questa prassi preliminare, l’audiologo vorrà testare l’udito eseguendo un audiogramma. Il test richiederà circa 20-30 minuti e nello specifico verranno riprodotti una serie di suoni attraverso delle cuffie, e poi bisognerà rispondere in che modo si percepisce il suono a prescindere da quanto sia silenzioso o debole. Questo test viene eseguito prima in un orecchio e poi nell’altro, poiché i risultati possono essere diversi. A seconda dell’esito, l’audiologo potrebbe sottoporre le orecchie ad altri test.

I risultati del test dell’udito

Quando viene effettuato un test dell’udito, il suono è misurato in due modi principali:
volume o livello in Decibel, intonazione o frequenza per verificare se sia alta o bassa e misurata in Hertz. Probabilmente l’audiologo farà riferimento a queste due cose quando spiegherà poi i risultati dei test. Premesso ciò, in genere i test dell’udito sono effettuati in un ambiente silenzioso che è insonorizzato dal rumore esterno. La persona in fase di ascolto dei suoni trasmessi da un audiologo preme un pulsante per segnalare quando ha sentito qualcosa. I risultati del test man mano vengono tracciati su un apposito audiogramma composto da assi cartesiani divisi rispettivamente in verticale per i Decibel e in orizzontale per gli Hertz. Per quanto riguarda i primi i suoni diventano più forti dall’alto verso il basso, e più morbidi nella parte superiore del grafico. Per i secondi invece la frequenza misurata in Hertz passa da bassa (125Hz) a sinistra a alta (8000Hz) a destra, praticamente molto simile a un pianoforte (note basse a sinistra, più in alto a destra). L’udito normale è invece definito tale quando i suoni più soft ascoltati sono compresi tra -10 e 20 dB. Se tuttavia sono più forti di 20 dB e non si riescono ancora a sentire, allora c’è un’inequivocabile perdita dell’udito. Più in basso lungo il grafico arriva la linea del test dell’udito, maggiore risulterà la perdita.

Le varie condizioni di perdita uditiva

Una leggera perdita uditiva è compresa tra 21 dB e 40 dB e in questo caso chi ne è affetto, spesso ha difficoltà a seguire il discorso soprattutto in situazioni rumorose. Questo tipo di perdita in genere viene notato dalla famiglia piuttosto che dal paziente stesso. L’ipoacusia moderata è compresa invece tra i 41 e i 70 dB ed in tal caso c’è difficoltà a seguire la voce e altri rumori silenziosi. La perdita uditiva severa è quella compresa tra i 71 e i 90 dB. In presenza di questa condizione si riesce a sentire il parlato anche in un ambiente silenzioso, e non si percepiscono i rumori generali come il traffico a meno che non sia molto forte. Infine parliamo dell’ipoacusia profonda che può definirsi tale quando è maggiore di 90 dB. Il paziente in questo caso non riesce a sentire la maggior parte dei suoni a meno che non siano molto forti. Dopo questa rapida e doverosa carrellata sulle varie condizioni di perdita uditiva, è importante sottolineare che un audiologo in alternativa o dopo il metodo delle cuffie, per misurare la soglia uditiva del paziente può optare anche per l’utilizzo di un conduttore ovvero un dispositivo che appoggia sull’osso dietro l’orecchio (tenuto in posizione da una banda metallica che si estende sopra la testa). Questo conduttore trasmette vibrazioni sonore attraverso le ossa del cranio direttamente all’orecchio interno, e il processo consente all’audiologo di testarne direttamente l’udito effettivo. L’audiologo al termine dovrebbe confrontare i risultati di entrambe le tecniche di misurazione per determinare dove si verifica la perdita dell’udito.

Troppo rumore: cos’è l’ipoacusia professionale

L’ipoacusia è una malattia che causa una diminuzione dell’udito e generalmente si distingue in congenita, quando deriva da fattori ereditari o malformazioni, oppure acquisita, come l’ipoacusia professionale, che è appunto causata dall’esposizione prolungata a rumori forti. Nello specifico il 40% dei casi di ipoacusia è di genere professionale, causata da trauma acustico cronico. Solitamente colpisce simmetricamente entrambe le orecchie e smette di aggravarsi quando si arresta l’esposizione alla fonte del rumore, anche se i danni provocati sono irreversibili.

Quando l’ipoacusia viene considerata malattia professionale?

Ai sensi del Punto 44, Allegato n. 4 al D.P.R. 9 giugno 1975, n. 48 il trauma acustico che causa diminuzione o perdita dell’udito viene considerato malattia professionale quando viene causato da attività specifiche puntualmente indicate dalla legge o nell’esecuzione di attività a queste complementari svolte all’interno dello stesso ambiente. Il Ministero fornisce poi un elenco delle attività coinvolte: prova di armi da fuoco, prova di motori a scoppio o di dispositivi di segnali acustici, lavori svolti all’interno delle fucinerie, tranciatura di vari tipi di metalli, taglio di telai o blocchi di marmo con specifiche attrezzature, guida di aeromobili, lavorazione dei chiodi, lavori dei calderai, battitura dei bulloni, ecc…

Come iniziare la procedura di riconoscimento della malattia professionale

Affinché la perdita o diminuzione dell’udito possa essere considerata malattia professionale, è necessario rilevare una sensibile diminuzione dell’udito. Questa deve essere certificata da una visita specialistica richiesta dal proprio medico curante oppure dagli specialisti del Servizio di Igiene e sicurezza sul Lavoro dell’Asl della provincia di residenza. La domanda di malattia professionale deve essere presentata dal datore di lavoro dopo la ricezione della documentazione necessaria da parte dell’operaio entro 15 giorni dalle suddette visite.
Cinque giorni dopo la ricezione del certificato che attesta la significativa perdita dell’udito, il datore di lavoro deve rivolgere richiesta all’Inail che si riserva di richiamare il lavoratore per eventuali accertamenti.
Il lavoratore a seguito della richiesta di malattia professionale per l’ipoacusia verrà contattato per una visita di controllo dall’Inail che si riserva la facoltà di richiedere accertamenti ulteriori. Durante la prima visita è indispensabile produrre tutta la documentazione che attesti la patologia, completa di eventuali certificati giuridici che ne attestano la presenza. Sono necessarie inoltre tutte le certificazioni che dimostrano lo status di lavoratore e la tipologia di lavoro svolto, per verificare che tale professione sia compresa tra quelle tassativamente indicate dalla legge: il libretto di lavoro e la certificazione relativa a tutte le visite di controllo svolte in azienda. L’Inail può richiedere approfondimenti e certificazioni ulteriori.

Il ricorso a seguito di rigetto della domanda di malattia professionale

Il lavoratore la cui richiesta di malattia professionale sia stata respinta può rivolgersi ad un CAF oppure ad un legale che lo assista nella presentazione del ricordo. Bisogna presentare ulteriori certificazioni che attestano la presenza dell’ipoacusia professionale, i dati personali necessari e tutte le informazioni relative all’infortunio cioè date e documenti presentati. Il ricorso deve concludersi in 150 giorni. Se il ricorrente non dovesse essere soddisfatto, oppure il ricorso viene ulteriormente rigettato, è possibile ricorrere al Tribunale del lavoro. Il termine prescrizionale in questo caso è triennale e inizia a decorrere dalla data accertata dell’infortunio. L’assistenza di un legale è obbligatoria.

Tutto quello che c’è da sapere sulle pile degli apparecchi acustici

Quali formati e materiali esistono per le pile di apparecchi acustici?

Dopo anni di avanzamenti tecnologici nel settore, le più innovative pile per apparecchio acustico prevedono la rimozione del mercurio, un elemento altamente inquinante. Risulta perciò raro trovarne ancora in commercio ma, qualora si fosse in dubbio, si consiglia di verificare la lista dei componenti e materiali.
Esistono diversi formati di batterie utilizzabili all’interno degli apparecchi acustici per garantirne il corretto funzionamento. I formati standard di queste batterie sono identificati da dei numeri (10, 13, 312 e 675). Ognuno di essi viene abbinato ad un colore preciso, una scelta mirata a semplificarne il processo di identificazione anche per gli utenti non addetti. Il formato 10 è caratterizzato dal colore giallo, il formato 312 dal colore marrone, il formato 13 è arancione e infine il formato 675 è blu. Grazie a questa classificazione risulta particolarmente agevole identificare i diversi formati ed eventualmente procedere con il ricambio.

Quanto a lungo dura una pila per apparecchio acustico e come prendersene cura?

La durata della vita di una batteria può essere influenzata da diversi fattori, tra i quali le ore di utilizzo giornaliere, il grado di amplificazione e le funzionalità specifiche dell’apparecchio acustico che vengono utilizzate di volta in volta. Tra le modalità che hanno un impatto maggiore, la trasmissione esercita una diretta influenza sulla durata della batteria, in quanto essa assorbe delle correnti particolarmente elevate. Quando l’apparecchio si trova in questa modalità, che si attiva in maniera automatica, il funzionamento delle pile dipende in maniera proporzionale rispetto a quanto di frequente l’apparecchio stesso viene utilizzato durante il giorno. Passiamo ora a prendere in esame alcuni aspetti che consentono di prendersi cura della propria pila per apparecchio acustico al meglio. Anzitutto è importante in ogni momento garantire che la batteria per apparecchio acustico riesca a performare al 100%. Per poter avere delle prestazioni elevate un aspetto cruciale è quello di assicurarsi sempre di proteggere i fori dell’aria posti all’interno della batteria dell’apparecchio acustico da fattori quali ad esempio l’umidità, che potrebbe risultare con il danneggiare i componenti al suo interno. Inoltre, per prolungare la durata nonché la vita della batteria quando l’apparecchio acustico non è in funzione è importante spegnerlo. Infine, qualora si notasse che la batteria risulta inumidita, come ad esempio a causa di sudore o altri tipi di liquidi, essa va asciugata immediatamente, al fine di evitare possibili complicazioni derivanti dal contatto con l’acqua.

Cosa fare con una pila per apparecchio acustico che si è scaricata

Esistono alcuni elementi che possono prolungare la vita della batteria, aumentandone la funzionalità in termini di prestazioni. A questo proposito, il numero e il diametro dei fori per l’aria presenti nell’apparecchio esercitano un’influenza diretta nell’aumentare la potenza della batteria stessa, che può funzionare molto meglio e garantire ottime performance qualora correttamente ventilata.
Anche quando si presta particolare attenzione a tenere lo strumento sempre ben curato, la durata del funzionamento di una pila per apparecchio acustico ovviamente non può prolungarsi in eterno. Quando la batteria sarà scarica, bisognerà procedere a rimuoverla. Infatti, qualora essa venisse lasciata per troppo tempo all’interno dell’apparecchio acustico, elementi quali l’umidità potrebbero finire con l’alterare la chimica stessa della batteria, che di fatto potrebbe gonfiarsi e risultare in alcune perdite pericolose per l’essere umano. Ne deriva perciò che è particolarmente importante prendersi cura con attenzione delle pile esauste, informandosi sui punti di raccolta dedicati. Per quanto riguarda lo smaltimento delle pile per apparecchi acustici, va notato che esse non sono classificate come rifiuti pericolosi in quanto batterie zinco/aria. Tuttavia, una volta esausta, la batteria per apparecchio acustico deve essere smaltita in maniera corretta, al fine di non inquinare l’ambiente.

Mese della prevenzione: controllo audiologico gratuito

Il 3 marzo si è rinnovato l’appuntamento annuale con la Giornata Mondiale dell’Udito. Si tratta di un’occasione molto importante per richiamare l’attenzione sulla prevenzione ed effettuare una visita audiologica. Progetto Udire consiglia un controllo gratuito con i nostri audiologi e audioprotesisti.

I dati sulla consapevolezza della prevenzione per il benessere di orecchie e udito sono indicativi della necessità di diffondere più informazione: uno studio MED-EL assegna all’Italia il terzo posto nel mondo per numero di persone che non hanno mai effettuato un controllo dell’udito (35%). Ciononostante, gli italiani temono gli effetti di ipoacusia e sordità sulla vita quotidiana: il 68% pensa che conversazioni con amici e persone care verrebbero fortemente compromesse.

L’evento, promosso dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute), punta proprio a creare consapevolezza sul tema della diagnosi e dei controlli preventivi, in modo da poter evitare problemi all’udito di difficile risoluzione perché trattati tardivamente. Il problema del calo uditivo non va sottovalutato in nessun caso. Particolare attenzione e controlli più frequenti sono inoltre fondamentali per gli adulti sopra i 50 anni, per chi è esposto a rumori e suoni ad alto volume per tempi prolungati e per chi presenta già problemi all’orecchio.

Marzo, in occasione di questa iniziativa, è un mese di prevenzione. Progetto Udire condivide da sempre l’impegno a diffondere la conoscenza sull’argomento. Seguendo lo slogan della Giornata Mondiale Dell’udito, “Controlla il tuo udito”, vi invitiamo ad eseguire una visita audiologica gratuita nel nostro centro acustico più vicino.

La rischiosa correlazione tra problemi di udito e declino cognitivo

Diversi studi dimostrano come le persone affette da ipoacusia, 360 milioni nel mondo, presentino un rischio maggiore di difficoltà cognitive, con possibile degenerazione in demenza.

L’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, da tempo ha istituito la giornata internazionale dell’udito. Un’importante proposta di sensibilizzazione alla prevenzione della sordità e ai problemi di udito che si celebra il 3 marzo tutti gli anni. Tra le ragioni di questa ricorrenza il legame dimostrato tra il rischio per la salute cognitiva e la diminuzione della capacità uditiva. Un problema dell’udito trascurato può infatti compromettere le capacità mentali fino alla demenza precoce.

I numeri di diverse ricerche spiegano l’entità del fenomeno: secondo l’OMS ci sono 360 milioni di persone nel mondo che presentano una diminuzione della capacità uditiva. I dati riportano, in particolare, 7 milioni di ipoacusici in Italia. Secondo le stime questa cifra tenderà a raddoppiare nel giro di trent’anni. Sono soprattutto le persone ultrasettantenni ad avere perdite di udito tra lievi e acute: lo studio della National Health and Nutrition Examination Survey rivela che negli Stati Uniti si tratta di più della metà degli over 70 e oltre l’80% degli ottantenni.

Il legame tra ipoacusia e declino cognitivo si dimostra con studi specifici, su soggetti adulti.

L’associazione tra problemi all’udito trascurati e rischio di diminuzione delle capacità cognitive è provata da studi recenti. Gli stessi parlano anche di pericolo di depressione, problemi cardiovascolari e cadute più probabili. Una ricerca sulla rivista JAMA, effettuata su 154414 individui adulti, dimostra come chi presenti problemi uditivi abbia un rischio maggiore del 50% di raggiungere la demenza. La percentuale è del 40% per lo sviluppo di depressione. Si parla inoltre di tempi brevi, circa 5 anni. Un ulteriore studio conferma la possibilità per gli affetti da ipoacusia di degenza più lunga in ospedale, necessità di frequenti visite al pronto soccorso e riospedalizzazioni.

Una ricerca del 2017 per la conferenza internazionale dell’Alzheimer’s Association, condotta su 72 soggetti in quattro anni, ha dimostrato maggiori problemi di elaborazione delle nuove informazioni e nella flessibilità del pensiero in presenza di ipoacusia. Questi individui presentavano inoltre una possibilità tre volte aumentata di sviluppare un declino cognitivo lieve, che può evolvere in Alzheimer. Gli studi proseguono per individuare la percentuale di inferenza dell’ipoacusia nel peggioramento cognitivo. È comunque evidente come la prevenzione e la cura della salute dell’udito siano fondamentali.

Consigli per chi viaggia con l’apparecchio acustico

Viaggiare è un piacere e perché resti tale si deve evitare qualunque tipo di stress o disagio che renda il viaggio sgradevole per coloro che hanno problemi di udito. Se si intende andare in vacanza in una località turistica per cui è necessario prendere l’aereo ad esempio, basterà seguire alcuni accorgimenti per far sì che la vacanza inizi proprio dal godersi il viaggio.

Consigli per viaggiare:

In aereo

In caso non si abbiano particolari necessità ed esigenze non è necessario informare l’hostess delle difficoltà di udito, lo stesso vale nel caso in cui si viaggi in compagnia di altre persone. Se invece si ritiene che sia indispensabile l’assistenza del personale di bordo, è consigliabile avvertire prima dell’inizio del viaggio la compagnia aerea in modo da essere aiutati secondo le proprie necessità. Ad esempio si può richiedere aiuto durante il check in oppure nelle operazioni di imbarco e durante il volo.
Durante il check in si deve esprimere chiaramente la propria esigenza parlandone con l’hostess di terra richiedendo un posto che non sia in prossimità delle uscite di emergenza. Questo perché durante le emergenze le assistenti di bordo si devono affidare all’aiuto di chi è seduto in quei posti.
Una volta preso il volo non ci si deve fare alcun problema a dire alle hostess di volo come farsi comprendere meglio. Se è più semplice comprendere le parole quando si guarda la persona che sta parlando ad esempio, oppure se si preferisce un tono di voce un po’ più elevato o parole scandite. Queste indicazioni sono di aiuto al personale di bordo per poter assistere al meglio il passeggero proprio come fanno con tutti gli altri a bordo dell’aeromobile.

Controlli di sicurezza all’aeroporto

L’apparecchio acustico può essere portato tranquillamente durante il controllo aeroportuale senza doverlo togliere. Se si teme di perderlo o danneggiarlo in viaggio vi sono apposite assicurazioni da stipulare per eventuali risarcimenti a danno dell’apparecchio acustico durante la vacanza.

Durante il volo

Non è necessario spegnere l’apparecchio acustico durante il volo come si fa per i dispositivi elettronici. Questi possono essere indossati e accesi. Molte compagnie aeree hanno un sistema audio fornito di cuffie per le comunicazioni di bordo e l’utilizzo dei media, in caso si preferisca portare le proprie cuffie è importante non dimenticare l’adattatore adeguato.

Apparecchio pulito, vacanze perfette

Se le batterie si scaricano gli apparecchi acustici non si possono utilizzare, ricordarsi sempre di portare con sé le batterie di scorta in modo da non restare mai senza. In questo modo la vacanza sarà un piacere e si potranno conoscere persone nuove intavolando interessanti dialoghi durante il volo con i vicini di posto.
La pulizia dell’apparecchio acustico è un altro punto essenziale per il suo perfetto funzionamento, perciò è importante ricordare di tenere a portata di mano uno spray detergente o le apposite capsule disidratanti per conservare l’apparecchio in perfetto stato

In crociera

Prima di imbarcarsi per una crociera ma anche per una semplice traversata in traghetto, si può avvertire la compagnia di navigazione delle proprie difficoltà di udito. Inoltre si può richiedere assistenza ove lo si ritenga necessario, sia durante l’imbarco che in seguito alla partenza in caso si abbiano particolari necessità.
Si può inoltre informare gli assistenti di bordo delle difficoltà di udito e specificare le corrette modalità per comunicare agevolmente. Un tono di voce più alto o semplicemente la posizione frontale all’interlocutore per comprendere meglio le parole. Piccoli dettagli che aiutano il personale di bordo a fornire una migliore assistenza e consentono al viaggiatore di effettuare la traversata senza ansia o stress.

Sicurezza all’imbarco e durante la navigazione

I portatori di apparecchi acustici non sono tenuti a toglierlo e non viene loro richiesto di farlo. Potranno quindi salire a bordo della nave senza alcun problema creato dall’apparecchio stesso. Naturalmente anche durante la navigazione l’apparecchio potrà essere tranquillamente indossato.

Cose da ricordare:

In ogni vacanza è necessario non dimenticare le batterie di ricambio per l’apparecchio acustico e i prodotti da utilizzare per la pulizia e conservazione del dispositivo. In nave è necessario assicurarsi che l’apparecchio sia ben fissato all’orecchio prima di sporgersi dall’imbarcazione facendo attenzione che questo non cada in mare.

Come scegliere un apparecchio acustico

L’importanza di un buon udito

Tra i disturbi più invalidanti ma al contempo più sottovalutati vi sono sicuramente le disfunzioni uditive. Sebbene per la maggior parte dei casi affliggano le persone di una certa età, non meno frequenti sono i casi di giovani con gravi difetto dell’udito.
Purtroppo la carenza di cultura in questo campo porta a sottovalutarne la gravità sia a livello sociale che lavorativo. Ancora oggi non sentirci bene è da molti considerata come una vergogna, ma può lasciare strascichi fisici e morali molto importanti e di difficile rimedio.
La riduzione della capacità uditiva può avere diverse cause che vanno dal naturale decadimento dell’efficenza dell’apparato uditivo, all’eccessiva esposizione a fonti di rumore senza le dovute protezioni. Ma non trascurate, escluse alcune malattie che colpiscono questo apparato o che seppur interessando principalmente altre parti del corpo, se non ben curate, possono lasciare seri danni anche al nostro udito.
Quindi per poter risolvere il problema di udito bisogna compiere due passi fondamentali. Il primo è prendere consapevolezza che si ha un problema e che se non si interviene per tempo questo può portare delle conseguenze a volte irreparabili. Il secondo è che non bisogna avere vergogna della propria situazione e quindi rivolgersi subito a uno specialista che possa indirizzare verso la soluzione migliore. Questa può essere rappresentata da una cura o dall’utilizzo di un apparato acustico o da entrambi.

I dottori dell’udito

Le figure alle quali rivolgersi sono tre:
l’otorinolaringoiatra che è un dottore specializzato nelle malattie di orecchio, gola e naso e che può effettuare diagnosi, prescrivere medicine e compiere interventi chirurgici. Opera spesso in ospedale o in strutture private.
Vi è poi lo specialista in apparecchi acustici che è sempre un medico ma è specializzato nel consigliare e individuare l’apparecchio acustico più adatto alle esigenze del suo paziente potendo svolgere i test necessari.
Infine abbiamo l’audiologo o audioprotesista che è un laureato in audiologia e presta la sua assistenza a chi utilizza un apparecchio per la correzione dell’udito. Svolge la sua professione sia negli ospedali che nei centri per l’udito o presso i rivenditori di apparecchi acustici.

 

Come scegliere un apparecchio acustico: gli stili di vita

Individuato il medico a cui rivolgersi e stabilito il tipo di difetto, se per risolverlo bisogna affidarsi a un apparato acustico si deve cercare di individuare la tipologia migliore.
Il mercato oggi per fortuna offre una vasta gamma di soluzioni che variano per tipologia di costruzione, dimensione, prezzo e funzioni. Quale scegliere diventa quindi abbastanza difficile. Ma un consiglio che possiamo dare è quello di partire dal proprio stile di vita. A ogni stile corrisponde una tecnologia, una dimensione e un prodotto che meglio vi si adatta.
Chi svolge regolarmente attività sportive, magari all’aperto, avrà esigenze diverse da chi passa più tempo in casa o al lavoro e ha bisogno di comprendere bene chi gli parla o vuole solo seguire in tranquillità un film.
Da non trascurare in ogni caso è la gravità del disturbo da correggere. Più questa aumenta, maggiori saranno le capacità richieste all’apparecchio e di conseguenza diverse saranno anche le dimensioni e/o il suo prezzo.

 

La fascia di prezzo

Veniamo infatti ora al costo da sopportare per potersi dotare di un apparecchio acustico. Anche in questo caso le soluzioni ormai sono diventate tantissime. L’impegno economico varia in funzione della tecnologia, della dimensione e della durata della batteria. Anche questo aspetto va attentamente valutato considerando che in questo caso più che mai la qualità deve essere sempre privilegiata rispetto all’economicità. A maggior ragione grazie alla possibilità che praticamente tutti i rivenditori oggi offrono di poter finanziare in comode rate dall’importo assolutamente contenuto l’investimento economico. Così poter ritornare ad avere una vita piena e soddisfacente potrebbe non essere così difficile e dispendioso.

In tutto questo processo di scelta ci sembra abbastanza chiaro che la figura centrale sia l’esperto a cui si decide di affidarsi. Che sia un otorinolaringoiatra o un audiologo, la sua preparazione e professionalità sono alla base di una scelta appropriata che possa definitivamente risolvere il problema con un esborso economico in linea con le proprie possibilità.