Ipoacusia infantile: riconoscerla con dei divertenti giochi

L’ipoacusia infantile è un problema che non deve essere sottovalutato, anzi è opportuno che i genitori prestino massima attenzione a tali aspetti nei primi mesi di vita del bambino: anche per quel che riguarda eventuali difetti uditivi, infatti, intervenire per tempo è molto importante.

A tal riguardo sono a disposizione diversi test specifici per verificare la condizione acustica del bambino, sia dei test medici che delle semplici verifiche che possono essere eseguite comodamente a casa.

Da questo punto di vista può essere un’idea ottima quella di proporre al piccolo dei semplici giochi, dei giochi che gli risulteranno certamente divertenti, ma che allo stesso tempo sapranno fornire delle indicazioni utili circa la sua condizione uditiva.

Gli esempi sono diversi: un gioco molto diffuso e che può essere assai indicativo in questo senso è quello di abbinare i suoni, ovvero ad esempio scaricare dei versi di animali e chiedere al  piccolo di associarli all’animale giusto.

Altra soluzione interessante è quella di fare dei giochi di fantasia ricreando delle situazioni potenzialmente pericolose, ovviamente solo in modo immaginario, le quali richiedono l’attento ascolto di rumori per potersi mettere in salvo.

Idea utile può essere quella di creare una sorta di calendarizzazione delle attività, predisponendo il piccolo all’ascolto di determinati suoni o parole, allo stesso modo un gioco semplice ed efficace è quello cosiddetto dei “suoni difficili”, in cui viene chiesto al piccolo di associare determinati suoni a dei cartelli in cui sono appunto scritte delle parole corrispondenti a tali suoni.

Questi giochi rappresentano, ovviamente, solo una soluzione di massima per scoprire se il piccolo è interessato da difetti uditivi; per eseguire dei test attendibili, ovviamente, è strettamente necessario affidarsi a un professionista.

Udito e alimentazione: i cibi “amici” di un buon udito

Alimentarsi in modo corretto ed equilibrato può certamente essere un toccasana per l’udito, vediamo dunque quali sono i cibi che meritano di essere considerati “amici” di un udito impeccabile.

Sulla base di quanto emerso da un recente congresso tenutosi all’Alerican Academy of Otolaryngology-Head and Neck Surgery Foundation, la dieta ideale per l’orecchio sarebbe quella ricca di acido folico e di folati.

I folati sono presenti in quantità abbondanti nelle verdure a foglia verde, dunque ad esempio in spinaci, broccoli, bietole, nei legumi, nel lievito di birra, nei cereali integrali, e ancora in vari tipi di frutta, come ad esempio in arance, limoni, fragole, kiwi, e nella carne di fegato.

Gli uomini di età superiore ai 60 anni di età, ovvero in una fascia particolarmente esposta al rischio di riduzione della capacità uditiva, presenterebbero una riduzione del rischio di sordità pari al 20%.

Lo studio tramite cui si è giunti a tale conclusione ha inoltre evidenziato come altre sostanze nutritive, come ad esempio betacarotene e vitamine C ed E, non hanno alcun effetto benefico significativo nei confronti dell’udito.

Per conservare più a lungo possibile un udito ottimale, dunque, anche le abitudini alimentari hanno un peso tutt’altro che irrilevante.

Diabete e calo uditivo: esiste una relazione?

Secondo alcuni studi vi sarebbe un legame tra diabete e riduzione delle capacità uditive: nello specifico le statistiche hanno dimostrato che la persona interessata da diabete è doppiamente esposta al rischio di essere interessata da problemi uditivi.

Il diabete è distinto in due diverse tipologie, ovvero diabete di tipo 1, causato dalla distruzione delle cellule protettrici di insulina, e il diabete di tipo 2, in cui l’insulina è prodotta, ma in quantità non sufficienti per tenere sotto controllo il tasso di glucosio del sangue.

Ai casi di diabete di tipo 2 si ricollegano frequentemente delle problematiche di cocleopatia diabetica, riguardanti la parte interna dell’orecchio.

Le cause infettive alla base della cocleopatia diabetica non sono ancora perfettamente note, tuttavia in molti le ricollegano a disturbi di natura vascolare.

Individuare con la dovuta tempestività dei problemi dell’udito, dunque, potrebbe essere preziosissimo anche nell’ottica della prevenzione del diabete e di patologie di altro tipo.

Acufene e rimedi naturali

L’acufene è quel diffuso disturbo per via del quale una persona tende a percepire dei fischi e dei ronzii anche in totale assenza di reali rumori esterni; i soggetti interessati da questo problema devono rivolgersi a uno specialista per affrontarlo in modo ottimale, tuttavia vi sono alcuni rimedi naturali che possono rivelarsi molto utili a chi è interessato da acufene.

Anzitutto, in molti sostengono che l’agopuntura sia un’opportunità ottima contro l’acufene; è evidente che si sta parlando di una disciplina molto controversa e per certi versi oscura nei sui reali effetti, ad ogni modo la Società Italiana dei medici Agopuntori è a disposizione per chiarire eventuali richieste di informazioni.

Alimentarsi in modo corretto può essere importante per contenere questo problema, certamente, e si segnala come alimento molto interessante l’ananas fresco, vantando notevoli proprietà antinfiammatorie; va ridotto, invece, il consumo di caffè e di bevande contenenti caffeina.

Gli specialisti di Amplifon hanno inoltre sviluppato alcune moderne metodologie particolarmente efficaci le quali offrono sostanzialmente un arricchimento sonoro, e che prevedono l’utilizzo di tre dispositivi: palla sonora, squadra sonora e cuscino sonoro.

Tali dispositivi attenuano la percezione dell’acufene tramite l’emissione di melodie e suoni.

Le orecchie in estate: alcuni suggerimenti per i problemi più comuni

Durante i mesi estivi l’orecchio è esposto a una quantità di minacce certamente maggiore rispetto ad altri periodi dell’anno, dunque è necessaria un’attenzione particolare se si vogliono evitare problemi di qualsiasi tipologia.

Anzitutto, durante i mesi estivi può verificarsi la cosiddetta “otite esterna”, condizione definita anche come “orecchio del nuotatore”: questo problema è sostanzialmente legato ad un’infezione dovuta a batteri presenti nell’acqua, di conseguenza è bene evitare che l’acqua ristagni all’interno dell’orecchio.

Per evitar questo l’ideale è sciacquare l’orecchio con dell’acqua pulita e asciugarlo bene, magari utilizzando un phon: l’utilizzo di qualsiasi corpo estraneo, o anche semplicemente delle dita, non è suggerito.

Nei mesi estivi sono inoltre da evitare gli urti violenti dell’acqua contro l’orecchio: la potenza dell’acqua non deve essere trascurata, e in questo modo potrebbero infatti verificarsi delle microlesioni del timpano.

In questi casi, il miglior suggerimento è quello di rivolgersi tempestivamente a uno specialista, il quale saprà certamente suggerire il percorso terapeutico migliore.

Se a seguito di una nuotata si dovesse avvertire una sensazione di orecchio tappato potrebbe trattarsi di un rigonfiamento del tappo di cerume, e anche in questi casi la consulenza di uno specialista è determinante.

Massima attenzione va prestata durante le immersioni subaquee, dal momento che la pressione dell’acqua può costituire una forte minaccia all’integrità del timpano, inoltre un’eventualità meno rara di quanto si possa credere è che entrino degli insetti nell’orecchio.

Il modo migliore per far uscire l’insetto dal condotto uditivo è quello di inclinare il capo verso il basso, dalla parte dell’orecchio in cui è entrato l’insetto, muovendolo leggermente per favorire la sua uscita.

Va assolutamente evitato l’inserimento delle dita all’interno dell’orecchio, o di qualsiasi altro corpo estraneo, dal momento che si rischia di spingere l’insetto verso l’interno.

Dopo un’esperienza del genere è comunque molto consigliata una visita specialistica, per verificare che non ci sia stata alcuna infezione.

OMS: nel mondo 32 milioni di bambini convivono con problemi uditivi

Il numero di bambini che convivono, loro malgrado, con dei problemi d’udito è davvero molto elevato nel mondo, tuttavia con un po’ di accortezza tali problematiche potrebbero essere evitate.

Un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, ha evidenziato infatti come nel mondo siano ben 32 milioni i bambini che convivono con dei problemi d’udito, e ben nel 60% dei casi questi difetti uditivi potrebbero essere prevenuti.

Ovviamente, il fatto che un bambino debba convivere con problemi d’udito è molto grave per la sua crescita: non poter sentire bene, infatti, in molti casi implica delle difficoltà ad apprendere, oppure ad imparare a parlare.

Secondo l’OMS, nel 40% dei casi i problemi di perdita dell’udito da parte dei più piccoli sarebbero legati a fattori genetici, i quali peraltro si rivelano accentuati in alcune zone del mondo, in cui è consueto il matrimonio tra consanguinei.

In alcuni casi a danneggiare l’udito sono infezioni come rosolia, morbillo, meningite e rosolia, nel 17% dei casi le ragioni sono individuabili in complicanze manifestatesi al momento della nascita, e nel 4% dall’utilizzo, da parte delle mamme durante il periodo di gravidanza, di farmaci che possono purtroppo implicare dei problemi di questo genere.

Alla luce di questo, dunque, è sicuramente un buon consiglio quello di prestare massima attenzione ai farmaci adoperati durante il periodo di gravidanza, e ovviamente quelli di consumarli solo ed esclusivamente previo parere medico.

Guida e ipoacusia: i principali rischi per chi conduce un veicolo

Mettersi alla guida può certamente rivelarsi problematico per chi ha dei problemi di ipoacusia, dal momento che difetti uditivi rendono meno nitida la percezione degli stimoli esterni.

A tal riguardo, c’è anzitutto da sottolineare che questo problema è inevitabilmente molto sentito in Italia, dal momento che la popolazione “over 60” è assai numerosa, e nel complesso il 12% degli italiani sono interessati da ipoacusie, a prescindere da quale sia la fascia d’età di appartenenza.

Sicuramente è un ottimo consiglio, laddove si noti di avere delle difficoltà uditive, quello di rivolgersi tempestivamente ad un medico specializzato: moltissime diagnosi relative a problemi d’udito, infatti, sono eseguite tardivamente.

I problemi di ipoacusia sono un rischio per chi guida soprattutto perché la percezione degli stimoli esterni risulta essere inferiore, sia per quel che riguarda rumori provenienti dall’esterno della vettura, come ad esempio dei clacson, sia relativamente a rumori interni all’auto medesima.

A tal riguardo, peraltro, è molto importante che chi guida convivendo con dei problemi uditivi cerchi quantomeno di ridurre i rumori interni all’abitacolo.

Il rilascio della patente, per quel che riguarda le capacità uditive, è ad oggi molto discrezionale, di conseguenza sarebbero opportune delle normative più ferree, soprattutto per i soggetti di età superiore a 60 anni.

Il pesce: un prezioso toccasana anche per l’udito

Il fatto che il pesce sia un alimento nobile e molto importante per il benessere è noto a tutti, ma non va dimenticato che anche l’udito trae grande beneficio dal consumo di pesce.

Uno studio condotto presso il Brigham and Women’s Hospital di Boston ha affermato che il consumo di pesce, in particolare di salmone, sgombro e sardine, è un vero toccasana per chi intende scongiurare il rischio che possa verificarsi una perdita delle naturali capacità uditive.

La ricerca in questione ha evidenziato che su un campione di oltre 65.000 persone, i soggetti che erano soliti consumare pesce almeno due volte a settimana avevano una probabilità di manifestare problematiche uditive del 20% inferiore rispetto agli altri, i quali al contrario consumavano pesce in modo più saltuario.

Secondo la Dottoressa Sharon Curhan del Brigham and Women’s Hospital, questo particolare effetto assicurato dal pesce sarebbe dovuto al suo ricco apporto di minerali e di vitamine.

Questo, ovviamente, è solo uno dei tantissimi effetti benefici che un consumo costante di pesce è in grado di garantire, e molti altri effetti benefici sono ancora destinati ad esser scoperti: proprio recentemente, ad esempio, si stanno svolgendo delle ricerche per confermare la tesi secondo cui l’utilizzo di olio di pesce sarebbe prezioso per prevenire attacchi epilettici.

Preservare l’udito: importantissimo anche per il benessere cerebrale

Avere un udito perfettamente funzionante è un qualcosa di profondamente prezioso anche per il benessere cerebrale della persona: è questo quanto è stato sottolineato dagli esperti della Fiman, Fondazione Italiana Malattie Neurodegenerative, in occasione della VI Settimana mondiale del Cervello.

Gli specialisti in questione hanno sottolineato come la perdita dell’udito comporti, di fatto, l’inutilizzo di alcune parti del cervello, di conseguenza la persona con seri problemi d’udito rischia di veder compromettere in modo importante anche la propria salute mentale.

Nello specifico, difetti dell’udito di vario tipo potrebbero portare a una progressiva riduzione delle naturali capacità cognitive, e potrebbero esporre il soggetto a degli elevati rischi di demenza.

Un problema come questo, secondo gli esperti di Fiman, assume una rilevanza molto particolare nel nostro paese, dal momento che la popolazione italiana si compone per altissime percentuali di persone “over 65”, quindi molto vulnerabili dal punto di vista della salute uditiva.

Ipoacusia infantile: quali sono i possibili campanelli d’allarme?

I disturbi di ipoacusia infantile meritano senza dubbio di essere considerati con massima accortezza, affinché si possano intraprendere per tempo delle adeguate cure mediche.

Le capacità uditive del bambino si sviluppano in modo importante nei primi mesi di vita: è assolutamente normale, ad esempio, che i neonati sussultino a seguito di un rumore forte, nei primi 3-4 mesi il piccolo ha un udito più sviluppato e riconosce la voce del genitore, a 6 mesi di vita, invece, il bambino comincia a ridere e ad emettere dei semplici suoni.

A circa un anno di età, invece, i bambini iniziano a pronunciare le parole più semplici, come ad esempio “mamma”, “papà”, “biberon” o altro ancora.

Non bisogna mai dimenticare che i bambini devono essere sottoposti ad un apposito screening ospedaliero per controllare l’udito, nei tempi che verranno specificati dai pediatri, ad ogni modo i genitori devono prestare grande attenzione a eventuali campanelli d’allarme.

Dei possibili segni di difetti uditivi possono essere ad esempio delle difficoltà, da parte del bambino, di concentrarsi nei contesti in cui sono presenti più persone, delle mancate risposte, o comunque degli atteggiamenti in cui i bambini sembrano non aver notato di essere stati interpellati.

Un possibile campanello d’allarme è inoltre rappresentato dal fatto che il bambino manifesti una sensazione di disagio legata al fatto di non capire da dove proviene il suono, oppure il fatto che il bambino sia molto indietro rispetto ai coetanei nella sua capacità di parlare.

Bisogna essere attenti anche nel caso in cui il bambino non riesca a percepire suoni piuttosto tenui, allo stesso modo anche eventuali difficoltà scolastiche non devono essere sottovalutate.

Il bambino che ha delle difficoltà uditive, spesso, tende a mostrarsi triste, eccessivamente chiuso in se stesso, oppure all’opposto molto aggressivo e protagonista di episodi di rabbia.

Il bambino con difficoltà di udito, inoltre, spesso tende ad esser stanco, dato che per lui il semplice ascolto di voci e suoni richiede uno sforzo maggiore rispetto a quello degli altri bimbi.

Anche casi di cattiva condotta a scuola possono essere legati a dei disturbi uditivi, dunque al senso di frustrazione che il bambino avverte per il fatto di non riuscire a sentir bene.

È davvero poco probabile che un bambino comunichi ai genitori di avere dei difetti uditivi, anche perché non può conoscere qual è, da questo punto di vista, la soglia della “normalità”, alla luce di questo è quindi importantissimo che i genitori non trascurino alcun aspetto da questo punto di vista.