Bambini e problemi uditivi: come riconoscerli e come fronteggiarli

I problemi uditivi dei bambini assumono sicuramente una particolare rilevanza: se un bambino è interessato da problematiche di questo genere nei primi anni, infatti, può avere delle difficoltà in fase di apprendimento e più in generale nella socializzazione primaria.

Non sempre è semplice riconoscere i difetti uditivi nei bambini, e oltre all’ovvia raccomandazione di procedere con dei controlli periodici è sicuramente un buon consiglio quello di badare con attenzione a eventuali comportamenti anomali del piccolo.

Se il bambino non risponde alle voci, anche laddove le stesse siano accompagnate da contatto fisico, o comunque qualora siano molto chiare, può essere un segnare di problemi uditivi, analogo discorso è valido se il piccolo palesa delle difficoltà nel seguire una conversazione che coinvolge due o più persone.

Se nel rendimento scolastico vi sono improvvisi cali di rendimento, e se il bambino manifesta delle difficoltà soprattutto per quanto riguarda l’apprendimento di lingue straniere, è certamente il caso di verificare la sua condizione uditiva, analogo discorso è valido se il bambino dice spesso “cusa?”, “come?”, o comunque se palesa con frequenza di non aver ben capito delle frasi.

Il fatto che un bambino tenga la musica molto alta, oppure che guardi la tv con il volume molto alto, può essere allo stesso tempo un segnale da non sottovalutare.

Intervenire per tempo in caso di problematiche uditive è davvero molto importante: se l’udito di un bambino viene corretto in modo tempestivo, infatti, il bambino può ovviare facilmente a tutte le difficoltà di comprensione e di socializzazione legate alla difficoltà acustica.

Un invito va rivolto, da questo punto di vista, anche agli insegnanti: i bambini che hanno difficoltà uditive, o comunque che hanno degli impianti acustici, possono avere dei tempi di apprendimento più lenti, di conseguenza devono essere molto pazienti nelle loro spiegazioni e devono scandire molto bene le parole mentre parlano.

Per le medesime ragioni, ovviamente, non è affatto una buona idea quella di far sedere i bambini con impianti acustici agli ultimi posti dell’aula.

Anziani e disturbi sensoriali: in molti casi sono curabili, ma non si agisce

In molte, anzi in troppe occasioni, i disturbi sensoriali palesati dalle persone in età avanzata sono scambiati per naturali sintomi di invecchiamento, in realtà si tratta di disturbi specifici che necessitano di cure ad hoc.

Trascurare vista e udito, ovviamente, può rappresentare un grosso problema anche dal punto di vista del benessere mentale: è stato dimostrato in tantissime occasioni, infatti, che avere dei disturbi sensoriali può peggiorare la condizione mentale della persone.

Il Prof. Giancarlo Logroscino, docente di Neurologia presso l’Università di Bari con una notevole esperienza all’estero, ha specificato che la salute di occhi e orecchie andrebbe controllata con rigore in età avanzata, senza creare inutili allarmismi.

In tantissime occasioni, ad esempio, problemi di sordità sono considerati legati all’invecchiamento, in realtà essi solo in rare occasioni rappresentano un disturbo centrale, e assai spesso si tratta di disturbi periferici cui si può porre facilmente rimedio tramite una protesi acustica specifica.

Analogo discorso è valido per quanto riguarda l’olfatto: si tende spesso a credere che difficoltà olfattive siano legate al generale invecchiamento dell’organismo, invece in moltissime occasioni si tratta di problematiche locali, come ad esempio riniti ricorrenti o di carattere cronico, le quali possono essere curate.

Le malattie neurodegenerative possono essere messe in relazione a vari fattori, come ad esempio il fatto di versare in una condizione di povertà, oppure appunto al fatto di avere difficoltà uditive.

Anche da questo punto di vista, dunque, è importantissimo che i problemi di udito non vengano trascurati.

C’è anche un altro aspetto che deve assolutamente essere considerato, ed è quello relativo al fatto che gli anziani con disturbi sensoriali sono molto più esposti al rischio di essere vittime di reati.

Un motivo in più, questo, per prestare massima attenzione da questo punto di vista, e per evitare di considerare in modo semplicistico che difetti uditivi, visivi e olfattivi siano l’inesorabile risultato dell’invecchiamento.

Il controllo dell’udito per prevenire l’ipoacusia infantile

Verificare le condizioni dell’udito è fondamentale a ogni età, e anche i neonati devono essere controllati con grandissima attenzione da questo punto di vista.

I casi di ipoacusia infantile, infatti, sono numerosi, e non devono essere sottovalutati: è importantissimo che i genitori si accertino che il loro bambino non abbia difficoltà uditive, e ciò può essere rilevato tramite degli appositi test.

Una verifica molto semplice che ogni genitore può compiere è quella di attirare l’attenzione del neonato provocando un rumore alle sue spalle, come ad esempio un semplice battito di mani: un bimbo che non ha problemi uditivi dovrebbe avere una reazione, e se questa non dovesse manifestarsi è consigliabile procedere con test maggiormente approfonditi, come ad esempio il Boel Test.

Il Boel Test viene eseguito facendo suonare un campanellino e notando la reazione del bambino sia dal punto di vista visivo che motorio, e deve essere eseguito rigorosamente da un medico.

Le cause dell’ipoacusia infantile possono essere molteplici, sia di tipo genetico che acquisito, come è il caso dell’ipoacusia legata a malattie infettive, ed è sicuramente molto importante intervenire con la dovuta tempestività.

Le soluzioni acustiche specifiche per l’ipoacusia infantile sono numerose, e sanno garantire degli ottimi risultati.

Il “tappo all’orecchio”: che cos’è? Come si può contrastare?

Quando si parla di “tappo all’orecchio” si fa riferimento a quella spiacevole sensazione di “orecchie tappate” che si verifica di frequente a seguito di un bagno al mare o in piscina.

Sicuramente alcune persone sono maggiormente vulnerabili in questo senso, tuttavia questo problema è sicuramente molto comune; la possibilità di esserne interessati dipende in buona parte, infatti, dal livello di curvatura del condotto uditivo.

Nella grande maggioranza dei casi il tappo all’orecchio è del tutto normale, ed è legata al semplice ovattamento, in altri invece può essere spia di un’infezione, dunque non deve essere sottovalutato.

Se dopo un bagno si avverte questa sensazione all’orecchio può essere sufficiente inclinare l’orecchio per far uscire il liquido che si è accumulato, in altri casi la semplice evaporazione dell’acqua è sufficiente affinché l’effetto “tappato” si annulli nell’arco di breve tempo.

Se il tappo all’orecchio si accompagna anche prurito e l’insorgere di secrezioni, può essere che sia in atto un’infezione batterica o micotica legata all’azione di alcuni funghi.

In questi casi, ovviamente, è fondamentale il parere di un medico, dunque non bisogna temporeggiare nel richiedere una visita; per quanto riguarda gli attacchi batterici vengono in genere prescritti degli antibiotici, relativamente ai funghi, invece, sono suggeriti in genere degli appositi farmaci in gocce.

Un dato allarmante: la metà degli anziani non cura il proprio udito

Si tratta di un dato semplicemente allarmante, quello che è emerso da uno studio effettuato dal centro di competenza interdisciplinare sull’anzianità IKOA-FHS dell’Alta scuola delle scienze applicate di San Gallo: quasi la metà delle persone di età superiore ai 64 anni non cura i propri problemi uditivi.

Gli effetti negativi di questa tendenza, ovviamente, sono molteplici: convivere con delle difficoltà uditive in questa età può implicare delle sensazioni di stress e di smarrimento, oppure può essere causa di depressione, ansia e pressione alta.

Non bisogna inoltre trascurare che gli esperti sottolineano che gli anziani che hanno difficoltà uditive sono molto più esposti al rischio di cadute, ed è noto come questi episodi possano risultare pericolosi in quest’età.

Dal momento in cui una persona sospetta di avere un difetto uditivo fino alla richiesta di una cura specifica intercorre un lasso di tempo davvero smodatamente ampio, quantificato in un periodo da 7 a 10 anni.

Intervenire in modo tempestivo, al contrario, è fondamentale, e il direttore di Pro Senectute Werner Scharer ha affermato che è molto importante per le persone di età superiore a 65 anni sottoporsi a un test dell’udito per verificare eventuali problematiche e soprattutto per intervenire per tempo.

Apparecchi acustici: fondamentali anche per il benessere cognitivo

Per una persona anziana interessata da problematiche uditive, indossare un valido apparecchio acustico è importantissimo non solo per la ragione più ovvia, ma anche dal punto di vista mentale.

Come già sottolineato da diversi studi, anche una ricerca a cura del Journal of the American Geriatrics Society e condotta da Helene Amieva dell’Università di Bordeaux ha evidenziato come correggere in modo efficace dei difetti uditivi in età avanzata sia assolutamente importantissimo in tale ottica.

La ricerca in questione è da considerarsi assolutamente attendibile, sia per la quantità di soggetti coinvolti, ben 3.670 persone di età superiore ai 65 anni, sia per il fatto di essere durata ben 25 anni.

Nella ricerca in questione è stato evidenziato un legame assolutamente stretto tra la perdita di udito e il declino cognitivo: il declino mentale è risultato molto più rapido nei casi in cui sussistevano dei difetti uditivi non opportunamente corretti da apparecchi acustici specifici.

Il ruolo degli apparecchi acustici, dunque, è assolutamente fondamentale, tuttavia purtroppo ancora oggi si tende a considerare i difetti uditivi come delle problematiche di salute “di serie B”.

Nicola Ferrara, Presidente della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia, ha sottolineato come sebbene i difetti uditivi siano estremamente diffusi tra la popolazione over 65, e sebbene sia palese il fatto che i difetti uditivi in quest’età siano deleteri anche sul piano cognitivo, si tende sorprendentemente a trascurare queste problematiche.

Ipoacusia infantile: come distinguerla e come curarla

Avere un udito ottimale è importantissimo per i bambini: oltre al più ovvio aspetto salutare, infatti, non bisogna dimenticare che un udito impeccabile incide molto positivamente sulla socializzazione e sullo sviluppo delle capacità relazionali del piccolo.

Qualora un bambino sia interessato da un problema di ipoacusia congenita è importante che uno specialista esegua un trattamento attento ed accurato.

Un punto di partenza molto importante, da cui non si può prescindere, è quello di distinguere tra ipoacusia trasmissiva e neurosensoriale: la prima è una forma di ipoacusia a carattere prettamente temporaneo la quale può essere facilmente trattata in modo chirurgico o farmacologico, mentre al seconda interessa la parte interna dell’orecchio.

L’ipoacusia neurosensoriale ha carattere permanente, tuttavia vi sono delle soluzioni specifiche per i bambini che ne sono interessati.

Alcuni apparecchi acustici specifici per i bambini, ad esempio, sono dotati di funzioni avanzate, microfoni direzionali, e vantano delle qualità tecniche di primo livello.

Da questo punto di vista meritano sicuramente una menzione i modelli Amplifon, e in casi si ipoacusia profonda può essere utile l’impiego di un impianto cocleare, ovvero un’autentica protesi composta da una parte interna, la quale viene impiantata in modo chirurgico, e da una parte esterna amovibile.

Soluzioni di questo tipo, dunque, sapranno rivelarsi provvidenziali non solo per l’udito del piccolo, ma anche affinché riesca a sviluppare le sue capacità di linguaggio e affinché non abbia problemi nella sua socializzazione primaria.

Proteggere l’udito: alcuni utili suggerimenti

Proteggere l’udito più a lungo possibile richiede alcune piccole accortezze che non devono mai essere trascurate, vediamo dunque quali sono alcuni semplici consigli che vanno sempre considerati con attenzione.

Anzitutto, i bastoncini di cotone devono essere evitati, o quantomeno il loro utilizzo deve essere rivisitato.

I bastoncini di cotone, infatti, sono frequentemente utilizzati per ripulire la parte interna dell’orecchio, in realtà un’operazione di questo genere rischia di avere degli effetti negativi: alla lunga, infatti, si potrebbe danneggiare il timpano, oppure si potrebbe spingere il cerume ancor più internamente.

Alla luce di questo, dunque, è sicuramente un ottimo consiglio di limitare l’utilizzo dei bastoncini di cotone, o quantomeno di utilizzarli esclusivamente per la pulizia esterna dell’orecchio.

Il volume con il quale si ascolta la musica non deve mai essere troppo alto: sebbene questo consiglio sia uno dei più scontati è sempre bene sottolinearlo con la dovuta attenzione.

Soprattutto quando la musica viene ascoltata alle cuffie, inoltre, è importante che il volume non sia mai eccessivo.

Altro suggerimento molto prezioso è quello di prendersi delle “pause uditive”, ovvero quello di far riposare l’udito in modo pressoché totale, soprattutto nel caso in cui si sia stati esposti a dei rumori forti e prolungati.

Vizi poco salutari come fumo e alcol sono nemici della salute nel senso più ampio del termine, e anche dal punto di vista dell’udito: chi fuma e beve è molto esposto al rischio di irrigidimento delle pareti dei vasi sanguigni di svariati organi, per tale ragione anche l’udito può avere delle ripercussioni negative.

Condurre uno stile di vita sano e salutista, quindi, non può che essere un toccasana anche per quanto riguarda la nostra naturale capacità uditiva.

Quali sono i lavori più “a rischio” per l’udito?

Svolgere determinate professioni, purtroppo, può costituire una minaccia nei confronti dell’udito: essere esposti in modo costante a delle fonti di inquinamento acustico, infatti, può avere delle ripercussioni negative sulle capacità uditive, e nel lungo periodo può purtroppo comportare un progressivo abbassamento delle capacità uditive.

Alla luce di questo, dunque, è interessante conoscere quali sono le professioni che mettono l’udito maggiormente a rischio, e i lavoratori che possono avere ripercussioni negative da questo punto di vista sono numerosi.

Tra le figure professionali più esposte vi sono sicuramente gli operai impiegati nell’ambito dell’edilizia: i dispositivi abitualmente utilizzati nei cantieri emettono dei rumori che assai spesso superano la soglia della pericolosità, basti pensare ad esempio al martello pneumatico, di conseguenza è importantissimo che questi lavoratori utilizzino correttamente i dispositivi di sicurezza che la legge prevede.

Anche gli agricoltori possono avere dei danni all’udito: questi professionisti, infatti, assai spesso operano a stretto contatto con macchinari che producono rumori molto forti, e in minima parte anche i versi emessi dal bestiame possono, a lungo andare, rappresentare una minaccia.

Anche i militari possono subire dei danni all’udito: questi professionisti, infatti, assai spesso sono esposti a fonti di inquinamento acustico tutt’altro che trascurabili, e non si fa riferimento esclusivamente ai militari in missione, ma anche a quelli che effettuano in modo costante delle semplici esercitazioni.

Anche gli operai manifatturieri figurano tra i professionisti esposti a rumori che possono, nel lungo periodo, causare dei danni uditivi piuttosto seri: i macchinari con cui questi lavoratori si misurano quotidianamente, infatti, emetto spesso dei rumori piuttosto forti.

Tra le professioni “a rischio” per la salute uditiva devono essere inclusi anche tutti i lavoratori “della notte”, ovvero chi lavora all’interno di discoteche e locali di divertimento.

Chi frequenta saltuariamente le discoteche non corre rischi rilevanti, tuttavia chi è esposto con cadenza quasi quotidiana agli alti decibel emessi dalle grosse casse acustiche dei locali notturni può effettivamente risentirne in modo negativo.

Disk jockey, barman, addetti alla sicurezza, sono dunque delle figure professionali che possono risentire della continua esposizione a forti rumori, ovviamente a condizione che svolgano il loro lavoro in modo continuativo, e non saltuariamente.

Comunicare efficacemente pur avendo difficoltà uditive: alcuni consigli utili

La perdita dell’udito rappresenta sicuramente un problema piuttosto rilevante per la persona che ne è interessata, ma chi ha difetti uditivi può avere delle difficoltà anche dal punto di vista relazionale, quindi nelle normali comunicazioni che si effettuano quotidianamente con gli altri.

Dialogare con una persona avendo delle difficoltà uditive può certamente creare degli imbarazzi, e laddove ci si trovi in luoghi particolarmente affollati, o comunque in cui l’acustica non è ottimale, non riuscire a comprendere può innervosire e divenire fonte di stress psicologico.

Se una persona ha difficoltà uditive, dunque, deve imparare a convivere in modo ottimale con questo problema sotto ogni punto di vista, dunque anche nei modi di comunicare con gli altri.

Anzitutto c’è da dire che è molto importante non vergognarsi della propria condizione: cercare di mascherare i propri difetti uditivi non può portare ad alcun vantaggio, dunque è ampiamente preferibile informare subito il proprio interlocutore delle proprie difficoltà per evitare reciproci imbarazzi.

Non vi è assolutamente nulla di strano nel chiedere a una persona di parlare con un tono di voce più alto, o anche più lentamente e scandendo meglio le parole; qualsiasi persona gentile ed educata presterà a tali richieste la massima attenzione.

Se i rumori di fondo risultano fastidiosi al punto da rendere difficile la comprensione del dialogo, piuttosto che sforzarsi di capire è preferibile interrompere la conversazione, magari chiedendo di spostarsi in un punto più tranquillo, oppure di attendere che i fastidiosi rumori si concludano.

Se si dialoga con una persona con difficoltà d’udito è molto importante porsi frontalmente: poter associare il labiale ai suoni ascoltati incrementa in modo notevole le possibilità di comprendere quanto l’interlocutore sta pronunciando.

Chi è consapevole delle proprie difficoltà uditive dovrebbe cercare di evitare, nei limiti del possibile, i luoghi affollati e rumorosi, inoltre se non si è compreso bene una frase è ampiamente preferibile dire in modo chiaro che non si è capito e chiedere di ripeterla, piuttosto che fingere e proseguire il discorso come se nulla fosse.

Oggi vi sono davvero mille modi per vivere in modo sereno pur essendo interessati da ipoacusia, di conseguenza bisogna assolutamente reagire al timore di essere isolati o di aver difficoltà di carattere sociale e relazionale.